Moratti, invece che agli arbitri pensi a Branca, Strama e i giocatori

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morattiSe ne sono viste e sentite tante finora, in questo campionato, relativamente agli arbitri. Tutti, a turno, si sono lamentati: da Mazzarri a Conte, passando per Stramaccioni, senza dimenticare i vari Galliani, Zamparini e via dicendo. E però, le parole rilasciate ieri da Massimo Moratti sull’arbitro di Inter – Atalanta, Gervasoni, hanno del clamoroso: “Non credo alla buonafede del direttore di gara”, ha detto, imbufalito, il presidente dell’Inter.

Frasi che non si possono prestare ad interpretazione alcuna, che non rappresentano una semplicemente recriminazione (magari dai toni forti), ma che lanciano invece un attacco ben pesante all’indirizzo di Gervasoni accusato, dunque, di malafede. Il che, tradotto in parole povere, sta a significare che il suddetto arbitro avrebbe intenzionalmente pilotato il risultato della partita, in modo da provocare la sconfitta dei nerazzurri.

Trattasi di accuse palesi ed evidenti, che i vertici della Federcalcio e gli organi competenti non potranno ignorare. Chi si assume la responsabilità di proferire tali parole ha il diritto e il dovere di approfondirle nelle adeguate sedi, fornendo tutte le motivazioni del caso, che non si basino unicamente su illazioni. Perché le proteste, anche se delle volte eccessive (vero Conte, Stramaccioni e Mazzarri?), possono pure essere lecite, ma certe dichiarazioni, prima di essere rilasciate, avrebbero bisogno di prove, a conforto, che dimostrino cosa significhino esattamente ed in che direzione vadano.

Forse farebbe bene, Moratti, ad interrogarsi sull’abilità dell’Inter tutta: sarebbe opportuno mettere in discussione se stesso in primis, per poi passare a Stramaccioni e i giocatori, finendo quindi con la classe dirigenziale, con particolare riferimento a quel Marco Branca che, a Milano, pare decisamente aver fatto il suo tempo (e non già da ora). Avrebbe forse fatto meglio, l’appassionato patron nerazzurro, a mordersi la lingua ed indirizzare i propri velenosi rimproveri ai suoi tesserati. Gli arbitri sbagliano, l’hanno sempre fatto e sempre lo faranno.

Tra l’altro, il riferimento che Moratti – sempre riguardo alla sua teoria cospiratrice – fa alle 21 gare di campionato senza ricevere rigori, non rappresenta certo un record, ne’ risponde a chissà quali logiche di strategie studiate a tavolino per danneggiare l’Inter. Facciamo un paio di esempi. Il Milan di Capello, nella stagione 1993/1994, vinse lo scudetto, non perse mai una partita e per ben 47 incontri (quindi per l’intero campionato ed anche oltre), non ebbe un rigore a favore! E che dire della Juventus dello scorso anno: a favore ha ricevuto appena 4 penalty, a fronte degli 11 fischiati, invece, per i nerazzurri. Eppure i bianconeri hanno vinto lo scudetto con 84 punti all’attivo, mentre l’Inter ha chiuso al sesto posto, con 58 punti. Ecco perché a Moratti chiediamo di fare valutazioni più attinenti ai fatti, che si discostino dalle congetture, dagli intrallazzi e dall’idealizzzione di fantomatici progetti che abbiano come unico obiettivo l’affossamento dell’Inter: calciopoli c’è già stata…

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