Il punto sulla 17^ giornata di Serie A

CalcioWeb

luca toniLa conferma: Per qualche giornata si era pensato che la Roma fosse tornata ad una realtà meno ambiziosa, complice qualche pareggio di troppo. I giallorossi, però, hanno subito rialzato la cresta, riprendendo il filo da dove l’avevano interrotto: il 4 a 0 al Catania è risultato che non ammette obiezioni, e che testimonia il forte impatto dei capitolini su questo campionato. E’ ancora presto per emettere sentenze ma, ad oggi, la Roma sembra essere l’unica squadra in grado di lottare con la Juventus per lo scudetto. Da questo punto di vista, molto ci dirà il match in programma tra le due squadre, allo Juventus Stadium, il prossimo 5 gennaio. Nel frattempo, va ricordato che i giallorossi hanno battuto gli etnei pur privi di Daniele De Rossi e Kevin Strootman, vale a dire due colonne portanti del centrocampo: un segno positivo, fermo restando il modesto valore degli avversari. Insomma, la Roma c’è, e di ciò va dato merito a Rudi Garcia, tecnico di quelli capaci di fare la differenza. E un applauso, di vero cuore, a Mattia Destro: i 3 goal segnati in 3 partite, dopo esser stato considerato un mistero ed anche sbeffeggiato, sanno di silenziosa ma efficace vendetta.

La sorpresa: In questo campionato il Cagliari sta avendo un rendimento forse altalenante ma, tra le mura amiche (si fa per dire…) i sardi continuano a vender cara la pelle. Chiedere al Napoli, che non è riuscito ad andare oltre l’1 a 1 contro Daniele Conti e compagni. Diego Lopez ha dimostrato di avere sottomano la situazione, lasciando perdere chi parlava di un allenatore che non godeva più della fiducia dello spogliatoio. E dire che di problemi, il tecnico uruguagio, ne ha avuto più di uno: giusto rimanendo ai tempi più recenti, basti pensare ai vari infortuni di Mauricio Pinilla e alla perdurante indisponibilità di Victor Ibarbo, cui va aggiunta l’esclusione dalla rosa di Michael Agazzi per motivi contrattuali. La classifica recita 20 punti, 6 in più della terzultima, che non sono pochi. Continuando così, la salvezza arriverà, ma occhio al mercato di gennaio: con la certa cessione di Nainggolan, si perderà il miglior giocatore della squadra, che andrà sostituito a dovere. Tema da non sottovalutare, assolutamente.

La delusione: Ci dispiace dirlo, ma la Lazio vive una situazione davvero complicata: si può anche perdere in casa del Verona, ma non con certe proporzioni. Il 4 a 1 rimediato ad opera della compagine di Andrea Mandorlini, nasconde un disagio evidente e non rispecchia assolutamente la differenza di valori delle rose delle due squadre. Quella biancoceleste è una squadra con grosse lacune in fase difensiva, e che stenta anche a bucare la rete avversaria. E’ difficile capire se, in ciò, abbia delle responsabilità Vladimir Petkovic, se siano i calciatori a non volerlo più seguire oppure ancora se, semplicemente, la Lazio ha un organico non all’altezza. Intanto la posizione del tecnico è sempre più precaria, al punto che, nelle prossime ore, potrebbe essere esonerato. Qualora accadesse ciò, il calcio italiano perderebbe un bravo tecnico, ma soprattutto, una persona per bene. Auspichiamo che rimanga al suo posto e che risollevi la Lazio dall’attuale situazione. In tutta onestà, è difficile che accada ciò.

Il top player: Citazione d’obblico per Luca Toni, bomber senza tempo che, a 36 anni suonati, continua a mandar dediche, sotto forma di goal, a chi lo riteneva finita. Con la doppietta rifilata ieri alla Lazio, sono 7 i goal segnati quest’anno in campionato: niente male, per chi era considerato bollito ed un peso per la squadra. E’ vero, non sarà veloce e neppure agile, e però ha dalla sua l’innato fiuto del goal, che lo porta ancora a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Ma non solo, lotta e sgomita con un ragazzino, fa salire la squadra, prende calci e fa a sportellate, dal primo all’ultimo minuto: Luca Toni ha ancora da dire, in silenzio però. Preferisce far parlare i fatti, che nel suo caso si chiamano goal.

Il flop player: Al giorno d’oggi, affrontare la Roma non è il massimo che si possa desiderare, soprattutto se fai parte di una squadra poco brillante come il Catania. Ma l’erroraccio commesso da Alexis Rolin, in compartecipazione con Alberto Frison, in occasione del secondo goal della Roma, è degno di un film comico a sfondo horror: a rivedere in continuazione l’enorme topica, viene da ridere ma anche da inorridire. Per carità, cose che capitano, ma che complicano ulteriormente la già poco florida situazione del club etneo. Rolin è buon difensore ma, come i suoi compagni, continua ad andare in bambola a fronte di avversari spesso determinati. Urge un cambio di rotta istantaneo, l’ultimo posto in classifica è sempre più scottante.

Il goal più bello: Il derby sembrava ormai correre verso uno 0 a 0 che, in fondo, era specchio perfetto della mediocrità esibita da Inter e Milan sul campo da gioco. E però, in mezzo a tanta ‘indecenza’ calcistica, c’era un elemento, con addosso la casacca nerazzurro, che si era distinto sugli altri, quantomeno per abnegazione. Elemento che risponde al nome di Rodrigo Palacio il quale, al minuto 86, ha tirato fuori dal cilindo, dopo un bel traversone di Fredy Guarin, un goal di tacco di splendida fattura: un tocco leggero, quasi un soffio sul pallone, come spesso faceva Hernan Crespo e come un tempo fece Roberto Bettega, proprio contro il Milan, quando militava nella Juventus. Decimo goal stagione per ‘El Trenza’, arrivato ad una simile quota senza mai calciare un rigore: come lui, in Serie A, solo il connazionale Carlitos Tevez. Palacio, praticamente da inizio stagione, canta e porta la croce, corre e rifinisce, recupera palloni e segna: poco considerato, per essere un Campione con la ‘C’ maiuscola. Ma si sà, delle volte, essere poco personaggi è quasi da considerarsi un fattore penalizzante. Applausi scroscianti per Rodrigo Palacio.

Condividi