Altra batosta per il Milan: sconfitto 5-1 dal Manchester City!

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inzaghiSarà calcio d’estate, ma dopo il 3-0 subito dall’Olympiacos Pireo il Milan a Pittsburgh incassa un sonoro 5-1 nella seconda partita della Guinness Champions Cup dal Manchester City campione d’Inghilterra, e Inzaghi può cominciare a preoccuparsi. Imitando il Brasile con la Germania, la sua squadra ha incassato quattro gol nell’arco di 15 minuti nel primo tempo (Jovetic, Sinclair, Navas e Ihenacho). Muntari ha segnato la prima rete della tournee rossonera, ma Jovetic nella ripresa ha ristabilito le imbarazzanti distanze tra una squadra completa, pur priva di campioni come Dzeko e Aguero, e una formazione insufficiente in tutti i reparti. Dopo un buon inizio, con un affondo pericoloso di El Shaarawy il Milan sparisce in fretta dalla scena. All’11 Jesus Navas fugge tutto solo sulla sinistra, libera Jovetic in area, con la difesa rossonera in bambola, e l’ex viola infila un colpevole Agazzi. Poco dopo, altra dormita della difesa rossonera che su cross di Clichy lascia libero Sinclair di agganciare e poi colpire da pochi passi. Il 3-0 arriva al 22′, quando su tiro di Jesus Navas una deviazione di Poli mette fuori causa il n.1 milanista. Agazzi ha però sulla coscienza il quarto gol, facendosi sorprendere da un tiraccio centrale di Ihenacho. Sul 4-0 il City frena per manifesta superiorità, e si rivede qualche manovra del Milan, peraltro sempre impacciata. El Shaarawy si fa respingere un bel colpo di testa e nel finale, al 41′, Muntari infila da sottomisura deviando un colpo di testa di Alex. Un acquazzone durante l’intervallo ha fatto rinviare di 20′ l’inizio della ripresa. Inzaghi ha fatto esordire Balotelli – entrato con Essien, Bonera e Abate al posto di El Shaarawy, Alex, Poli e Constant e il n.45 al 9′ va in gol, ma viene annullato per fuorigioco e al 13′ arriva la rete del 5-1, siglata ancora da Jovetic che dopo un dai e vai con Kolarov supera con eleganza Rami e sigla la propria doppietta. Il City è soddisfatto e si limita a controllare, il Milan, per ora, resta poca cosa.

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