Serie A, dati scioccanti: spazio per gli stranieri, non per i giovani italiani

CalcioWeb

medelE’ passata solo la prima giornata di Serie A, ma il quadro sembra già chiaro. E negativo. Al primo turno del campionato italiano, 55% dei calciatori scesi in campo erano stranieri. Il dato è allarmante. Tavecchio ha detto: “Vedevo tre partite in tv e facevo una riflessione: su 66 giocatori, c’erano solo 14 italiani. Non si può andare avanti così, è un problema tecnico-giuridico”. Dove è lo spazio per gli italiani? Se il calcio italiano deve cambiare, questa è la strada sbagliata. Il nostro campionato è ultimo tra i maggiori tornei europei per l’impiego di giocatori provenienti dai vivai. E’ normale, poi, che i nostri talenti vadano via. E’ il calcio italiano che li brucia, dando spazio ai giocatori stranieri, anche quando non sono validi. Questa moda deve cambiare. Il rinnovamento di cui tanto si parla, non trova riscontro in questa impietosa statistica della prima giornata di Serie A. 

Una motivazione di questa tendenza, negativa per il nostro calcio e per la nazionale azzurra, è economica: acquistare all’estero conviene. Ma potrebbe essere anche tecnica, i nostri calciatori potrebbero essere meno bravi. Tutto parte dai vivai, dove mancano gli investimenti nei settori giovanili. E’ da qui che dovrebbe partire un rinnovamento. Il cambiamento deve essere drastico.

L’Italia è, con Cipro, Inghilterra, Portogallo, Belgio e Turchia, una delle poche nazioni europee che schierano oltre il 50% di stranieri nel proprio campionato. L’Italia è 31esima tra 31 paesi europei per l’impiego di giocatori dei vivai. E allora non lamentiamoci se da due Mondiali consecutivi non riusciamo a passare il girone contro nazionali nettamente inferiori a quella azzurra.

 

 

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