Com’è bella la Coppa Italia! Ma potrebbe avere ancora più fascino…

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Una competizione di cui bisogna recuperare il fascino

Parliamo di adesso: 4 delle prime 5 squadre dell’attuale classifica di Serie A si affronteranno in scontri diretti per determinare prima le due finaliste e poi, ovviamente, la vincitrice della Coppa Italia. Non è questione di costanza, di saper affrontare le “piccole” e di non perdere punti contro di esse, di guardare il calendario. No, in questo contesto vince il più forte, vince chi è in grado di sfruttare i punti deboli degli avversari, di mantenere i nervi saldi, di sfruttare le occasioni e anche di essere cinici. In soldoni: vince chi si dimostra più forte. Premettiamo che non c’è una risposta univoca alla domanda che stiamo per porvi, ma vogliamo riflettere insieme: siamo sicuri che una competizione basata sugli scontri diretti abbia meno “appeal” di un campionato? Gli inglesi, forse perché la FA Cup è il torneo calcistico più antico al mondo, hanno sempre equiparato le due competizioni e a dare importanza a ogni singolo match della coppa.

In Italia, rispetto a qualche anno fa, quando la Coppa Italia era vergognosamente snobbata, stiamo facendo dei passi in avanti. Il fatto stesso di giocare la finale all’Olimpico di Roma è molto importante a livello simbolico, ed è anche confortante notare come nella fase clou della competizione il turn-over sia veramente minimo, anche nel caso di compagini impegnate in 3 competizioni. Tuttavia, gli impulsi per un ulteriore, nonché decisivo, miglioramento della formula devono partire dall’alto. L’attuale formula del torneo presenta infatti delle incongruenze sinceramente poco comprensibili, ed anche banali. Ad esempio, è alquanto banale che tutte le fasi siano decise in scontri di sola Coppa-Italia21andata tranne le semifinali. Si fa molta fatica a trovare un motivo logicamente valido che possa giustificare ciò.

Così come è abbastanza poco comprensibile il fatto che le sfide decise in gara secca si giochino in casa della squadra più forte. In questo modo non solo si favorisce “Golia”, ma si dimostra la poca lungimiranza, anche dal punto economico, di chi organizza la competizione. Prendiamo l’esempio di Juve-Avellino, una gara di Coppa Italia recentemente disputato. Un tifoso juventino non ha molto interesse nel recarsi allo Stadium per vedere la propria squadra impegnata contro una formazione di Serie B (in altri Paesi questi problemi non ci sono, ma è un altro discorso…), mentre importante sarebbe l’esodo dei tifosi avellinesi a Torino, nonostante la distanza. Del resto, affrontare la Juve non succede mica spesso… Pensate allo stadio Partenio se i padroni di casa fossero stati gli irpini: tutto esaurito garantito! E invece si rimane miopi di fronte alla prospettiva di portare il grande calcio in provincia e accendere l’entusiasmo dei tifosi di tutta Italia. Non a caso si tratta di una coppa “nazionale”: deve coinvolgere tutta la Nazione!

E proprio a partire da quest’ultimo aspetto si articolano due ulteriori problematiche, una particolarmente “oscura”, l’altra più attinente rispetto al problema considerato, ma comunque correlate. La prima riguarda il momento in cui le squadre iniziano la competizione: per quale motivo le prime 8 classificate del precedente campionato di Serie A partono dopo? Perché il piazzamento in un torneo deve condizionare già dall’inizio un altro? Ha obiettivamente poco senso. Il secondo aspetto si ricollega al tema del “grande calcio in provincia”. Il caso di Juve-Avellino è sporadico, perché di solito, nel momento in cui entrano le grandi squadre, le “sopravvissute” sono quasi sempre formazioni della massima serie. Bisogna fare in modo di dare il diritto a tutte le realtà che partecipano alla competizione di affrontare grandi squadre. Provate solo a immaginare l’entusiasmo che possono avere città – giusto per fare un esempio – come Matera o L’Aquila nel momento in cui la squadra locale si appresta ad affrontare la Lazio o il Napoli, o l’orgogliosa nostalgia di realtà nobili decadute come Reggio Calabria e Pisa al pensiero di

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

tornare, solo per una notte, ad affrontare la Juve o L’Inter.

Le possibilità per rendere la Coppa Italia una competizione assolutamente affascinante ci sono, basta solo avere un minimo di lungimiranza, ma anche di sensibilità.

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