Assalto pullman Juve, identificato dalla Digos: “allo stadio queste cose ci stanno”

CalcioWeb

Identificato tra gli aggressori al pullman della Juve, si giustifica così: “non erano pugni, colpi a mano aperta. Allo stadio ci può stare”

Si chiama Vincenzo ed era con il figlio fuori dallo stadio Olimpico di Torino a inveire contro il pullman della Juventus. Delegato al franchising per conto di una catena di negozi di alimentari nella vita, è stato identificato dalla Digos e ha dato una sua personalissima interpretazione dei fatti accaduti quel pomeriggio prima del derby della Mole che tanto sta facendo discutere.

Cattura1“Sono andato lì con mio figlio perché volevamo veder passare il pullman del Toro”, racconta a ‘La Stampa’. “C’erano cinquemila persone lungo la strada e ad un certo punto è arrivato l’autobus bianconero. Se guardate bene il video si vede che io batto soltanto sulla carrozzeria. Colpi a mano aperta. Non pugni. In mano non ho nulla, si vede bene, è tutto chiaro. Io sono un tifoso tranquillo. Solo manate, il calcio è fatto così”.

Secondo il sig. Vincenzo il calcio è fatto così, di manate al pullman degli avversari, con il figlio piccolo di fianco. “Il bambino non correva pericolo, non c’era gente violenta. Eravamo andati lì per prendere un caffè prepartita. Aspettavamo il bus del Torino, non quello dei Gobbi che è arrivato all’improvviso e io ho battuto sulla fiancata. Perchè quel pullman è passato da lì?“, la domanda del secolo.

Domandandoci il perché la questura di Torino non lo abbia avvisato del passaggio del pullman bianconero, il sig. Vincenzo continua ad offrire forbite giustificazioni: “Io non ho fatto assolutamente nulla di male, non sono un delinquente, uno che va allo stadio per fare a botte, che distrugge o prepara i fumogeni. Io sono un tifoso e basta, da sempre. Allo stadio queste cose ci stanno. Le diciamo da sempre, le dicono tutti. Io non sono un teppista. Quando sei lì ti lasci prendere. Del resto, io e tutti gli altri, abbiamo battuto anche sul mezzo del Toro. Io sto in tribuna. Io sono un uomo tranquillo, un lavoratore, un imprenditore”.

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