Zanetti in Calabria: “vogliamo costruire un’Inter che torni a vincere”

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Zanetti a Catanzaro per il premio Ceravolo ha parlato a 360° dell’Inter e del calcio internazionale

“E’ un onore e un privilegio essere qui per ritirare un premio legato al ricordo di una persona che e’ stata importante per il calcio dal punto di vista sportivo e umano. E’ bello condividere questo riconoscimento con una citta’ che mi ha accolto con grande entusiasmo e passione”. Lo ha detto Javier Zanetti, storico capitano e attuale vicepresidente dell’Inter, nel ritirare il premio Nicola Ceravolo al teatro Politeama di Catanzaro in occasione della cerimonia condotta da Sabrina Gandolfi alla presenza del direttore editoriale dell’agenzia Italpress Italo Cucci e dell’ideatore del premio, il giornalista Maurizio Insarda’. E’ stata l’occasione per discutere della situazione dell’Inter del presente: “Quando non arrivano i risultati – ha detto Zanetti – tutti soffriamo, credo che dopo un percorso come il nostro era inevitabile attraversare questi momenti. Quando arrivai all’Inter anche allora non si vinceva da tempo, ma lavorando ho sempre pensato che il nostro momento doveva arrivare. Gia’ dal prossimo anno vogliamo tornare competitivi”. Zanetti ha anche discusso del suo rapporto con l’allenatore nerazzurro Mancini e le prospettive per il futuro: “Con Mancini – ha commentato – abbiamo vissuto grandi momenti e vinto tanto. Ci lega un rapporto di grande stima e rispetto e vogliamo entrambi fare del nostro meglio per tornare protagonisti. L’Inter e’ una grande famiglia, sono passati vent’anni e sento ancora tanto amore e affetto nei miei confronti. Credo che questa stima la si debba guadagnare, sono orgoglioso di portare questi colori ovunque vada, la fede e’ una sola e l’Inter si ama e basta”.

2015052503199707850Zanetti ha poi discusso degli stranieri in serie A:”Sono onorato di sentirmi italiano dopo ormai vent’anni – ha detto – e ringraziero’ sempre la famiglia Moratti che teneva per prima cosa alla persona e poi all’atleta. Troppi stranieri? Se ci chiamano Internazionale un motivo ci sara’. Credo che l’importante sia onorare la maglia al di la’ di ogni appartenenza e avere l’unico obiettivo di portare l’Inter sempre piu’ in alto”. Zanetti ha voluto anche salutare alcuni dei suoi ex compagni a cui e’ rimasto legato e dei campioni di oggi: “Avrei tanto voluto condividere il premio con Milito, ci sentiamo tutte le settimane, e’ difficile staccarsi dai ricordi legati all’Inter. Zamorano e Cordoba sono i padrini dei miei due figli, ma voglio citare anche Roberto Baggio e Cambiasso. All’Inter sono passati cosi’ tanti giocatori e bravi ragazzi come Maicon, Julio Cesar, Eto’o. Oggi Icardi e’ molto giovane e puo’ ancora dimostrare tanto, mi auguro continui cosi’. Ranocchia ha vissuto diverse circostanze difficili, anche io quando ho iniziato a fare il capitano non ero maturo come oggi, ma spero che sara’ presto protagonista”. Zanetti ha parlato anche del suo rapporto con gli allenatori nerazzuri: “Simoni – ha detto – nei primi anni ha allenato un gruppo di uomini che ha vinto la Coppa Uefa e per poco lo scudetto. Dopo con Mancini abbiamo vissuto grandi momenti e nei due anni di Mourinho e’ nato un gruppo molto forte dal punto di vista dei valori”. Sul caso scaturito dalle frasi sessiste sulle donne nel calcio, Zanetti ha aggiunto: “Il calcio deve unire, non dividere, perche’ lo sport e’ uno strumento importante per la formazione sociale e culturale”.

Sulle immediate prospettive il vicepresidente dell’Inter ha cosi’ concluso: “Manca una partita per finire una stagione sofferta – ha concluso – e tutti noi vogliamo costruire una squadra che torni a lottare per i primi posti. Dobbiamo cercare di commettere meno errori possibili. Non sara’ semplice, il calcio italiano attraversa un momento di crisi, ma ci sono i presupposti per fare un buon lavoro e tornare a gioire”.

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