Il ct e il capitano della Lazio sono tra gli indagati più illustri nell’ambito dell’indagine per il calcioscommesse
Associazione a delinquere e frode sportiva. Sono queste le accuse contestate, a vario titolo ai primi 104 imputati per i quali il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, ha chiesto il rinvio a giudizio, dopo oltre quattro anni di indagini che hanno sconvolto il mondo del calcio. Tra loro calciatori, allenatori ma anche dirigenti. Nomi di spicco come, tra gli altri, Antonio Conte, Stefano Colantuono, Stefano Mauri e Beppe Signori. Vediamo, nel dettaglio, le accuse rivolte ai 4 nomi menzionato poc’anzi.
CONTE: caduta l’iniziale accusa di associazione a delinquere e quelle in relazione a Novara-Siena rimane la presunta frode sportiva per Albinoleffe-Siena del 29 maggio del 2011: “Alcuni giorni prima della partita di ritorno, quando all’ultima giornata di campionato di serie B il Siena – è scritto nel capo d’imputazione – aveva già conquistato la promozione in serie A, laddove all’Albinoleffe occorrevano punti per accedere ai “play off”, aveva luogo una riunione tecnica alla quale erano presenti l’allenatore Conte Antonio, il vice allenatore Alessio Angelo, il collaboratore tecnico Stellini e l’intera squadra del Siena, in occasione della quale, anche a seguito del ‘benestare’ di Conte, veniva presa la decisione definitiva di lasciare la vittoria all’Albinoleffe, nell’ambito di un contesto in cui si teneva conto anche del risultato della partita d’andata, vinta dal Siena“.
COLANTUONO: con l’ex atalantino Cristiano Doni avrebbe condizionato Crotone-Atalanta del 22 aprile del 2011, in modo da conseguire il risultato finale di “over 2,5“, conforme alle scommesse predisposte”. “Doni, unitamente all’allenatore Colantuono e a Santoni Nicola concordava con il Crotone, squadra nella quale poteva contare sul portiere, poi nello specifico riserva, Emanuele Concetti, un over con pareggio, di comune utilità per le due squadre, che puntualmente si verificava con il risultato di 2-2“.
MAURI: il laziale, che fu anche arrestato, secondo le indagini era in contatto con il gruppo degli scommettitori degli ‘Zingari’ e a lui si imputa la presunta combine di Lazio-Genoa del maggio 2011. Lo zingaro Hrisyian Ilievski gli avrebbe dato 60 mila euro. Gli è imputato di aver manifestato “la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli “zingari”, ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell’ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica e per poter far accedere la squadra alle massime competizioni europee”.
SIGNORI (che nelle intercettazioni era chiamato “il bollito”) capeggiava quello del Bolognesi, a cui era legato anche uno dei Mister X dell’inchiesta – uno dei personaggi la cui identità sarebbe emersa solo in un secondo tempo, che secondo qualche giocatore dirigeva il traffico delle scommesse dall’Una Tocq hotel di Milano. Si tratta di Francesco Bazzani che si avvaleva di molte conoscenze nel mondo del calcio, tanto da risultare “ampiamente introdotto nell’ambiente del Modena, assiduo frequentatore della tribuna e degli ambienti riservati ai calciatori ed agli addetti ai lavori” ma, anche del Brescia, del Milan e della Lazio