Figc vs Aic: è scontro totale! Seconde squadre e norme ‘anti stranieri’, il punto

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L‘Associazione italiana calciatori (Aic) ha partecipato oggi al Consiglio della Federcalcio: è rottura con la Figc in merito ai diversi argomenti affrontati quest’oggi

Tornano i calciatori e riparte lo scontro. Dopo oltre sei mesi di assenza, l’Associazione italiana calciatori (Aic) ha partecipato oggi al Consiglio della Federcalcio, dove all’ordine del giorno c’erano questioni importanti come l’approvazione del bilancio consuntivo 2015, il tema delle licenze e le seconde squadre. Il risultato, almeno dal punto di vista della concordia tra le diverse componenti, non e’ stato positivo. Leghe da una parte (con alcune eccezioni su temi specifici), calciatori dall’altra, come sempre nella gestione Carlo Tavecchio. Il motivo della divergenza l’ha spiegato, almeno in parte, proprio il numero uno del calcioitaliano: “Su quali temi non c’e’ accordo? Su alcune scadenze, ma non vedo cosa possano cambiare quindici giorni in piu’ o in meno in un sistema ricco come il nostro, e poi sul calcio femminile. Abbiamo chiesto alle societa’ di Serie A di acquisire una squadra di A o B femminile, esonerandole dall’obbligo di avere una squadra under 12: questo ha creato frizioni con l’Assocalciatori. Secondo Tommasi (presidente dell’Aic, ndr) si e’ fatto un passo in avanti e due indietro? Spero che possano valutare bene la nostra gestione, abbiamo fatto il massimo”. In realta’ lo scontro non e’ solo sul calcio femminile. All’Aic, per esempio, non e’ andata giu’ la discussione sulle seconde squadre, ipotesi rilanciata dalla Lega Pro con due lettere spedite al presidente Tavecchio la scorsa settimana, ma invisa a gran parte della Lega di Serie A, in particolare alla maggioranza rappresentata in Consiglio federale dal presidente della Lazio Claudio Lotito, da sempre favorevole invece alle multiproprieta‘.

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“Oggi si e’ parlato del tema delle seconde squadre per non parlarne, facendo un discorso tutt’altro che sportivo o tecnico: questo non ci compete – ha spiegato Tommasi all’uscita dal Consiglio – Non si vuole nemmeno approfondire il progetto, siamo in alto mare, come per il calcio femminile”. E in effetti, ascoltando da Tavecchio le condizioni necessarie per arrivare all’introduzione delle seconde squadre, si capisce che l’ipotesi sembra destinata all’oblio. “Io non sono contrario – ha spiegato il presidente federale – ma mi devono pervenire le delibere delle assemblee di serie A, serie B, Lega Pro e del Consiglio direttivo della Lega Dilettanti. Non sarebbe un provvedimento di poco conto, quindi le richieste dovranno trovare l’unanimita’. Faro’ un altro Consiglio a fine maggio per discuterne”. Ma le condizioni per l’introduzione delle seconde squadre dei club di serie A in Lega Pro non sono finite qui: “Dovro’ valutare anche altri particolari – ha aggiunto Tavecchio – perche’ la richiesta va inquadrata in un’ottica di riforme globali. Prima di parlare delle seconde squadre dovremmo comunque rispettare i principi dettati dal Coni per i ripescaggi. E poi mi aspetto un progetto dalla Lega Pro per la riduzione dell’organico nell’arco di tre anni. Troppe cose da valutare in un mese? Se si ha la volonta’, le cose si superano e si fanno”. Almeno per quanto riguarda la serie A, del resto, la volonta’ di introdurre le seconde squadre non sembra esserci, almeno al momento.

FIGC FederazioneLo scontro tra Aic e resto del calcio e’ proseguito anche sul bilancio 2015 (chiuso in avanzo) e sul sistema delle licenze nazionali, questioni approvate dal Consiglio con il voto contrario dei calciatori, e sulla questione degli stranieri, addirittura 22 in campo al fischio d’inizio di Inter-Udinese: “Le norme adottate dalla Figc come incentivo per far giocare i giovani italiani hanno avuto l’effetto opposto”, ha tuonato Tommasi; “Le regole sugli extracomunitari sono state approvate solo lo scorso anno e produrranno gli effetti con il tempo – ha risposto Tavecchio – mentre per quanto riguarda gli europei, dobbiamo rassegnarci, perche’ per le norme comunitarie non sono stranieri”. Insomma uno scontro su tutta la linea e un dubbio sulla partecipazione dell’Aic alle prossime riunioni: “Non rimpiangiamo i sei mesi di assenza – ha spiegato Tommasi – La discussione e’ sempre la solita, non si riescono a trovare punti d’incontro, le questioni tecniche non vengono analizzate per quelle che sono: purtroppo non c’e’ nulla di nuovo. Se torneremo la prossima volta? Vediamo, dipende da cosa ci sara’ da discutere”. (ITALPRESS).

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