Dramma Eboue: “ho pensato al suicidio”

CalcioWeb

“Ci sono stati tanti giorni in cui non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Un giorno ho anche pensato di uccidermi. Ma la mia famiglia mi e’ stata vicina, se fossi stato da solo non so cosa avrei fatto”. Emmanuel Eboue, ex difensore dell’Arsenal, racconta al “Telegraph” tutta la sua sofferenza. Da marzo il 33enne ivoriano e’ fermo: la Fifa lo ha squalificato per un anno a causa di una controversia col suo ex agente e il Sunderland, con cui aveva firmato qualche settimana prima, non ha avuto altra scelta che rescindere il contratto. A Eboue, che non potra’ comunque giocare fino a quando non avra’ saldato il debito col suo vecchio procuratore che si aggira attorno al milione di sterline, e’ stato anche vietato di allenarsi se non con un calciatore semiprofessionista incontrato a Londra. “Ci sono volte in cui resto nella mia camera e non esco, uno, due giorni completamente solo. Chiudo la porta e resto a pensare. Trascorro molto tempo a leggere la Bibbia e mi chiedo: ‘perche’ ti comporti cosi’? Non e’ un bene per la tua famiglia’. Mio figlio Mathis ha sette anni e gioca nel vivaio dell’Arsenal, ogni volta che vado a vederlo la gente mi chiede come va e questo peggiora le cose. ‘Emmanuel, ti sei ritirato?’ e devo spiegare la mia situazione. Questo mi deprime ancorea di piu’, e’ il punto piu’ basso della mia carriera”. Eboue non ha avuto nemmeno il supporto dei suoi vecchi compagni di nazionale, eccezion fatta per Drogba e Romaric. Gli altri, a partire da Kolo Toure’, non si fanno sentire. “Quando e’ stato squalificato per doping, lo chiamavo sempre. Capisco che ha avuto delle difficolta’ al Celtic e magari per questo non mi contatta. Non voglio dire nulla di male su di lui, tutti restano miei fratelli e spero un giorno che mi chiamino. Ovviamente mi dispiace, pensavo che l’amicizia fosse piu’ forte, bisogna essere amici nei momenti difficili ma questa e’ la vita”. (ITALPRESS).

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