Milan-Elliott un debito che pesa, le ipotesi clamorose: dal rifinanziamento shock, agli americani che potrebbero rilevare il club

CalcioWeb

Il Milan sta vivendo un periodo a dir poco nero sotto tutti i punti di vista. In campo dopo l’esonero di Montella tutte le speranze erano riposte su Gennaro Gattuso, ma alla sua prima uscita sulla panchina rossonera è arrivata una delle delusioni più cocenti della storia recente, una beffa quella del portiere Brignoli, che verrà ricordata per decenni. Per non parlare dello sfottò dei rivali interisti e bianconeri. Milanisti infuriati e stanchi di questo “momento”, ma va detto che dal punto di vista societario la situazione non va affatto meglio, anzi. Yonghong Li non denota la solidità paventata nelle prime fasi della trattativa con Berlusconi ed il terreno sembra pian piano franargli sotto i piedi. Ma andiamo con ordine.

Come noto, il debito da ‘ripagare’ ad Elliott per Yonghong Li, si aggira tra interessi e fee, attorno ai 380 milioni di euro in 18 mesi in un’unica soluzione. Entro ottobre 2018 per intenderci, restano 10 mesi per rientrare dal prestito di Elliott. Ad oggi si stanno diffondendo diverse ipotesi in merito al futuro del club relativamente a tale debito, una più incredibile dell’altra, scenari davvero molto vari. Innanzi tutto l’ipotesi numero uno di un normale pagamento del debito da parte della proprietà cinese è da scartare. Yonghong Li non ce la farà da solo e tutto ciò denota lacune preoccupanti: chiedere un prestito e non riuscire a ripagarlo è davvero un pessimo segnale. Ipotesi due. Il Milan sta tentando di chiedere il rifinanziamento di tale debito al fondo Highbridge, uno scenario anche questo non ottimo. Così facendo si andrebbero a cumulare interessi su interessi: prima circa 70 milioni di soli interessi pagati ad Elliott, adesso nuovi interessi sui 380 milioni da tornare proprio al fondo americano. E’ un cane che si morde la coda, un club che non riesce a coprire dei debiti e cosa fa? Ne matura altri, andando ad allargare il buco nella speranza che il trend cambi. Inoltre gli accordi tra Li ed Elliott prevedono che il debito non venga ripagato attraverso la cessione di calciatori pregiati, dato che un punto cardine dell’intesa è proprio questo: non depauperare la rosa e non diminuire il valore del club.

LaPresse/Spada

I famosi investimenti in Cina ancora non vedono frutti, la questione Champions League non ne parliamo. La terza ipotesi porta alla cessione del club da parte di Yonghong Li, si è parlato di presunti arabi interessati alla discussione, ma è troppo complesso completare un’operazione di tale portata in pochi mesi, dunque va scartata tale idea. La quarta ipotesi della quale noi di CalcioWeb vi abbiamo parlato nelle scorse settimane, è quella prevista da contratto relativamente al prestito da 303 milioni di euro. Elliott ha in pegno le azioni rossonere, che nel caso in cui il debito non venisse saldato nei tempi stabiliti (18 mesi iniziali, 10 restanti), passerebbero in mano al fondo americano, che diventerebbe di fatto proprietario della società. Elliott sembra non credere più nella possibilità di Li di ripagare il debito di cui sopra e si starebbe già muovendo per allestire di sana pianta la nuova società. L’intento è quello di non farsi trovare ‘impreparati’ nel caso in cui dovesse naufragare il progetto di Li. Elliott metterebbe a segno un vero e proprio affare, con un esborso di soli 303 milioni di euro prenderebbe possesso dell’interezza delle quote del Milan. La novità più clamorosa raccolta dalla nostra redazione nei giorni scorsi vede i vertici di Elliott intenzionati a prendere possesso del club e non a rivenderlo al miglior offerente come sembrava in un primo momento. Insomma, un caso davvero molto intricato che preoccupa non poco i tifosi e non solo. Da più parti in ambito calcistico si chiede alla Figc di vigilare in merito al Milan ed inoltre l’Uefa sembra essere restia ad accettare il “Voluntary agreement” proposto da Fassone. Caos totale.

Condividi