Cessione Genoa, Ernesto Pellegrini allo scoperto: gli aggiornamenti sul futuro del club

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CESSIONE GENOA – La seconda parte di stagione per il Genoa sta trascorrendo in modo deludente, negli ultimi giorni è arrivata la pesante contestazione dei tifosi rossoblu delusi dalla dirigenza e che hanno chiesto a gran voce l’addio del presidente Preziosi. Sono circolate delle voci su un possibile interesse per il club di Ernesto Pellegrini, il diretto interessato intervistato alla trasmissione “Fischio d’Inizio”, in onda su Antenna Blu ha rilasciato interessanti indicazioni: “premetto che ho casa a Portofino e che mi sento vicino ai tifosi del Genoa, anche perché è una società che ha una grande tradizione, ha vinto scudetti e ha tifosi eccezionali e sportivissimi. Poi io conto amicizie importanti vicine al Genoa e a Genova come l’armatore Stefano Messina, il banchiere Vittorio Malacalza e il cavaliere del lavoro Salerno. Ho tanti amici per cui non è vero che non ci ho pensato, ci ho pensato eccome. Ma questa è una cosa alla quale, e spero che Preziosi non si offenda, ho solo pensato. Punto e basta. Ho però un’azienda, per fortuna, che dà lavoro a 8000 persone e sono alquanto impegnato e questo mi fa dire che non posso pensare più di tanto ad una squadra che è nel cuore di tutti i liguri e non solo.”

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CESSIONE GENOA – “Lo escludo per i motivi appena detti. Non posso pensarci più di tanto, anche se il Genoa è una squadra di grandi tradizioni che porta comunque a pensarci ma allo stesso tempo lo escludo. Non voglio creare illusioni o aspettative nei tifosi, non è nel mio stile. Di persone che hanno possibilità economiche ce ne sono tante; probabilmente non si espongono perché il calcio è in un momento un po’ particolare. Occorrono tante risorse per gestire una società come il Genoa, ci vogliono tanti soldi anche se non occorre avere per forza una gestione dissennata”. 

“Può esserci anche una gestione equilibrata e far bene. Lo dico anche per l’esperienza acquisita all’Inter in dieci anni. Il mondo però è cambiato e anche il calcio è cambiato. Questa globalizzazione a mio parere in fondo confonde un po’ le idee”.

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