FUTURO MILIK – Arek Milik ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ‘sportowefakty.wp.pl’ spiegando come sta procedendo il recupero dalla nuova rottura del crociato rimediata nel match dello scorso 23 settembre del Napoli contro la Spal. Ecco le dichiarazioni del polacco: “Mi brucia guardare le partite dei miei compagni in tv senza poter essere con loro in campo. Poi, però, mi fermo e penso che, in realtà, ci sono tragedie ben peggiori di una rottura del legamento crociato”.
“Dopo il primo infortunio non ero a terra né psicologicamente e né fisicamente. Il fatto che potessi prepararmi per la nuova stagione mi ha ridato tanta energia e le mie ginocchia non avevano fastidi di alcun tipo. Quando arriva quest’infortunio ti senti impotente perché sai che i tuoi muscoli stanno bene, ma il ginocchio torna a darti problemi: è orribile.
Il vero dramma fu l’anno scorso, quando mi ruppi il crociato in Nazionale: fu devastante. Adesso almeno so cosa mi aspetto e qual è la procedura di recupero. Avevo paura degli interventi perché ti fanno l’anestesia totale e non sai a cosa vai incontro. Contro la SPAL ho sentito di nuovo ‘crac’, mi sono accasciato al suolo e ho subito capito che si trattava di qualcosa di grave anche se il medico diceva di stare calmo e non preoccuparmi. Ma io non gli ho creduto e il giorno dopo mi sono reso conto che avevo ragione”.
Sui tempi di recupero: “Si dice che sarò pronto a febbraio, ma io tornerò in campo quando mi sentirò pronto. I medici dicono che questo infortunio è diverso da quello precedente e anche i tempi di recupero lo saranno”.
Sulla possibilità di trasferirsi al Chievo a gennaio: “Prenderò in considerazione questa possibilità. Ne parleremo a dicembre con la società e con l’allenatore per capire quale possa essere la migliore soluzione per me”.
Infine un commento sulla città di Napoli: “Katowice è una città molto più calma rispetto a Napoli, dove posso camminare tranquillamente per strada, mentre qui è impossibile perché in cinquanta metri puoi firmare altrettanti autografi. Non credo che esista un posto più caloroso di Napoli. Da quando sono qui non ho mai visitato il centro storico, ma mi sono promesso che quando starò meglio ci andrò. E’ piacevole essere acclamati dalla gente. Non possiamo pensare di giocare ad alti livelli senza che la gente non ci riconosca e non ci chieda di scattare selfie e foto. Dobbiamo accettare la metà della medaglia, a maggior ragione se giochi in un grande club come il Napoli”.