Galeone rifiuta il Pescara: “Non riesco più ad allenare”

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galeoneDeclinacon onesta’ e molto responsabilmente”. Lo sottolineano anche su twitter, quasi ad omaggiare una persona d’altri tempi e di un altro calcio che ha scelto il basso profilo preferendo stare in disparte. Giovanni Galeone, l’indiziato numero uno per sostituire, in tandem con Cristian Bucchi, il tecnico del Pescara Cristiano Bergodi esonerato ieri sera dopo il ko casalingo contro l’Udinese, si allontana – riferisce ”AgenziaInforma” – dalla panchina degli abruzzesi.

L’allenatore ha 72 primavere, non siede su una panchina da sei anni (quando proprio i friulani lo licenziarono con la squadra a tre punti dal quarto posto) e nella scelta del suo rifiuto c’e’ un fattore non trascurabile, l’anagrafe, e la voglia di non doversi mischiare con un mondo che, standone al di fuori per un po’ di tempo, non sente piu’ il suo. ”Non riesco piu’ ad allenare. Magari potrei fare il consulente tecnico, ma in queste cose non sono decisivo se non vado sul campo. E alla mia eta’ non ce la faccio”, ha dichiarato rifiutando cosi’ l’offerta del presidente Sebastiani.

Ecco allora che in paese in cui ”rottamare” appare una parola da sabotare, mister Galeone, che fece la fortuna del Pescara (due promozione in serie A nel campionato ”86-’87 e ’91-’92) e fece da chioccia a tecnici di livello come Massimiliano Allegri, Marco Giampaolo e Gian Piero Gasperini, ha detto no ad un ritorno sulla costa Adriatica. Sarebbe stata la quarta volta a Pescara. Nessuna minestra riscaldata, basta cosi’. E’ tornato Zeman ma lui no.

Non regalera’ piu’ nulla della sua esperienza, tattica e umana. E quel suo no era gia’ deciso da tempo. Due anni fa almeno. In una intervista al Riformista del gennaio del 2011 annuncio’ che non si sarebbe mai piu’ seduto su una panchina, (”Un po’ per la condizione fisica, che comunque e’ un problema che si risolverebbe chiamando un ”secondo” giovane e in forma”) soprattutto perche’ non sopporta piu’ i calciatori: ”Ormai hanno un potere contrattuale spaventoso, che porta molti di loro a non avere rispetto per la divisione dei ruoli. Scegli di non far giocare uno e quello mica te lo dice in faccia. No, si lamenta col suo procuratore, che poi chiama il direttore sportivo, che il giorno dopo chiama te”. Eccolo, allora il motivo del suo no.

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