Un bidone è per sempre: Fabio Junior

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fabio juniorE’ il gennaio del 1999 e Franco Sensi, patron della Roma, vuole assolutamente rinforzare la squadra, per tentare l’assalto disperato allo scudetto. In campionato le cose non vanno benissimo, e la Lazio guidata da Mancini e Nedved in campo ed Eriksson fuori, pare destinata ad aggiudicarsi il tricolore. Così i giallorossi decidono senza remore di rinforzare il parco attaccanti che, in quel momento, può contare su gente del calibro di Totti, Delvecchio e Paulo Sergio, oltre che su un bidone doc che risponde al nome di Gustavo Bartelt. Ma di Bartelt parleremo in un altro momento.

Oggi vi raccontiamo del “fuoriclasse” che, nel mercato di riparazione del 1999, la Roma acquista per fare il salto di qualità: Fabio Junior Pereira, meglio conosciuto come Fabio Junior, arriva dal Cruzeiro alla modica cifra di 30 miliardi di vecchie lire. Ha 22 anni, ed alle spalle 18 goal in 37 partite con la maglia del Cruzeiro e nulla più. Eppure sbarca nella Capitale con le (fasulle) credenziali del “craque”, la risposta romanista a Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo, suo connazionale e, in quegli, calciatore più forte del mondo.

Anzi, c’è chi giura che sia ancora meglio del ‘Fenomeno’ dell’Inter, compreso lo stesso Fabio Junior che, facendo esercizio di modestia, si esprime così sul proprio talento: “Non ho dubbi, sono il miglior calciatore del Brasile. Ronaldo? Non so cosa giri nella sua testa, so cosa gira nella mia e posso dire di essere il più forte di tutti“. Cosa dire di fronte a tanta sfrontatezza? Magari è giusto dargli fiducia, magari questo è davvero uno che fa la differenza. E come no: la differenza la fa, ma non in positivo…

Zdenek Zeman, a quel tempo allenatore della ‘Lupa’, non è al settimo cielo per l’ingaggio di Fabio Junior. Lui ha chiesto a Sensi un certo Shevchenko, un buon attaccante ucraino che sarebbe stato acquistato sei mesi dopo dal Milan. Ma ai piani alti non vogliono saperne: ci vuole un campione, e quel campione è identificato in Fabio Junior. In verità, appena lo si vede in azione sui campi da gioco, nessuno comprende perchè questo sgraziato attaccante sia così decantato da tanti, tra cui anche un certo Zico. Le poche volte in cui scende in campo, Fabio Junior palesa una lentezza sconcertante, per non dire del tocco di palla, davvero elementare e ben poco sudamericano. Ed il fiuto del goal da bomber consumato? Meglio un signorile ‘no comment’…

Ben presto tutti si rendono conto dell’abbaglio che Sensi ha preso sganciando 30 miliardi per questo fenomeno da baraccone che, in coppia con l’altro sudamericano pseudo bomber e cioè Bartelt, si presume diverranno oggetto di ‘letteratura da bidonesimo’. La stagione 1998/1999 si conclud dunque amaramente per la Roma, che vede la Lazio vincere lo scudetto, e sa di avere mandato in fumo fior di milardi. Eppure l,anno dopo il nuovo allenatore dei capitolini, Fabio Capello, forse indotto a tale scelta dalla società, speranzosa di recuperare il capitale, decide di tenere Fabio Junior.

Una scelta della quale si pente, verosimilmente, molto presto. Non per caso, infatti, Fabio Junior, nel gennaio del 2000, dopo appena un anno alla Roma, viene rispedito al Cruzeiro, in prestito con diritto di riscatto. Riscatto che il club di Belo Horizonte non vuole assolutamente esercitare. Al punto che, nell’estate del 2000, la Roma prende una decisione drastica: pur di non pagargli più il lauto stipendio, lo svincola e così il “calciatore più forte di Ronaldo” va a cercare fortuna in patria.

Da lì in poi inizia un girovagare senza fine per Fabio Junior che, dal 2000/2001 in poi veste le maglie delle seguenti squadre: Palmeiras, ancora Cruzeiro, Vitoria Guimaraes (Portogallo), Atletico Mineiro, Kashima Antlers (Giappone), ancora Atletico Mineiro, Al Wahda (Emirati Arabi Uniti), Bochum (Germania), Hapoel Tel Aviv (Israele), Vitoria Bahia, Santo Andrè, Brasiliense e, nel 2010, America di Minas Gerais.

Ma attenzione, in quest’ultima squadra Fabio Junior ci gioca ancora e, dopo aver l’anno scorso disputato la massima serie brasiliana, gioca adesso nella categoria cadetta. Fabio Junior dell’America è addirittura il capitano, anche se adesso viene utilizzato poco, per via dell’eleveta età. Qualcuno l’ha finalmente apprezzato, dopo anni di peregrinare con addosso il macigno di quell’esperienza italiana in cui, a dirla tutta, aveva ragione Zeman, le cui parole spese sul conto di Fabio Junior risuonano ancora fortissime: “Non sa fare quasi niente e non ha la minima voglia d’imparare“. Parole ad hoc per uno che doveva essere più forte di Ronaldo, ma che se ne andò dall’Italia dopo 16 partite giocate, 4 goal segnati, e tante figura barbine collezionate. Un consiglio: se vi recate a Roma risparmiatevi di fare il suo nome. Ne va della vostra incolumità…

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