Preziosi traccia un bilancio dei suoi 10 anni alla guida del Genoa: “La crisi ha cambiato tutto”

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preziosiIntervistato dalla Gazzetta dello Sport, Enrico Preziosi ha tracciato un bilancio del decennio sulla tolda di comando del Genoa. Il numero 1 del Grifone spiega cosa è cambiato nel corso del tempo riguardo al modo di gestire il club: “In passato il Genoa si è retto grazie alle iniezioni degli azionisti che coprivano le perdite. Ci ho rimesso tanto ma la crisi ha imposto una correzione di rotta. Ci stiamo sforzando per portare la società entro due anni al pareggio di bilancio. Se per farlo bisogna sacrificare un giocatore di punta non possiamo esimerci, da noi Milito prendeva un milione, all’Inter cinque… Bisogna scommettere su giovani bravi”. La stagione in corso prevede un traguardo preciso: “La priorità è mettere in sicurezza il Genoa, blindare la categoria. Oggi c’è un gruppo affiatato che può farci stare sereni e, magari, provare in futuro a buttare un occhio all’Europa. Proprio l’altro giorno mi sono visto con Gasperini per avere una visione condivisa di quello che è il progetto calcistico del Genoa. Il mercato lo facciamo assieme”. Dal presidente arrivano giudizi lusinghieri nei confronti di Gilardino e Perin: “Alberto è un pilastro importante e un esempio unico di serietà e professionalità. Faremo fatica a pensare al Genoa senza di lui, Perin ha doti fuori dal comune, per me sarà il portiere della Nazionale per i prossimi 15 anni. Cercherò di trattenerlo il più possibile, ma il nostro mestiere è anche quello di valorizzare i talenti. Non credo che lui voglia lasciare il Genoa l’anno prossimo”. La vicenda stadio merita un approfondimento: “A breve non vedo un progetto sul Ferraris, anche perché andrebbe condiviso con la Samp. Il nostro primo pensiero è di costruire il centro sportivo. Abbiamo già comprato 70mila metri quadrati di terreno a Cogoleto. Stiamo ultimando il progetto e poi lo presenteremo al Credito sportivo”. Presiosi confessa apertamente che: “Gli ultimi due anni, con lo spettro della retrocessione, sono stati terribili. Genoa-Venezia è una ferita che fa ancora male, si poteva indagare meglio per capire bene le responsabilità. I momenti più esaltanti sono stati l’approdo in Europa, l’acquisto e il ritorno di Milito. E’ molto avvilente per il presidente di un club medio come il Genoa sapere che in una corsa a 20 si è perdenti già in partenza. Noi abbiamo 45 milioni di ricavi, ci sono squadre che fanno 250. Non c’è competizione”. Il patron rossoblù chiude commentando i casi giudiziari in cui è stato coinvolto: “La giustizia sportiva, come quella ordinaria, non è mai perfetta. Ma se si appartiene a un sistema bisogna rispettare le regole. Non ho mai fatto la vittima, lascio agli altri di giudicarmi, di dire se c’è stato qualcosa di troppo. Probabilmente la verità sta nel mezzo: devo rimproverarmi qualcosa io e qualcosa è stata esagerata. Io però ho sempre cercato di fare il bene della società”.

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