Speciale Mondiale, scheda tecnica: il Giappone

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giapponeContro due formazioni come Colombia e Costa d’Avorio sono piuttosto scarse le possibilità del Giappone di superare il primo turno in Brasile. Anche in Sudafrica, nel 2010, sarebbe dovuta andare allo stesso modo, invece i ‘samurai’ riuscirono a battere Danimarca e Camerun, conquistando un piazzamento di prestigio nel Gruppo alle spalle dell’Olanda, e ritagliandosi un posto fra le 16 Nazionali più forti del pianeta. Ora, grazie agli ottimi risultati della gestione di un allenatore navigato come Alberto Zaccheroni, e del suo secondo Colautti, abile stratega, il Giappone ha voglia di sognare, ma serve una grande impresa. E Zaccheroni, che guida questa rappresentativa dall’agosto 2010, e ne conosce pregi e difetti, non si sente affatto battuto in partenza. Il Giappone è riuscito ad approdare a una fase finale della rassegna iridata per la prima volta solo nel 1998, in Francia, al 15/o tentativo. Da allora, però, c’è sempre stato: nel 2002, perchè ospitò il torneo assieme alla Corea del sud (conquistato un altro ottavo); nel 2006, in Germania, e appunto nel 2010, per meriti propri. La limitata capacità tecnica della maggior parte degli elementi è stata un freno per le ambizioni nipponiche. La situazione, però, negli ultimi anni è cambiata: il miglior piazzamento ottenuto nel 2002 e nel 2010 (quando i Blue Sanurai uscirono solo ai rigori negli ottavi contro il Paraguay), già in Brasile potrebbe essere addirittura migliorato. Arrivare alla fase a eliminazione diretta, comunque, sarebbe un successo. Negli ultimi anni il numero di calciatori giapponesi impegnati nei vari campionati sparsi per il mondo è aumentato. E non si tratta solo di merchandising delle maglie, ma di sostanza. Nagatomo e Honda, titolari nell’Inter e nel Milan sono l’emblema del calcio del Sol Levante, che illumina la scena e lascia intravedere nuovi orizzonti. La squadra di Zaccheroni si è qualificata agevolmente alla fase finale in Brasile: ammesso direttamente al terzo turno e sorteggiato in un girone con Uzbekistan, Corea del Nord e Tagikistan, il Giappone si è classificato secondo con 10 punti, per effetto di tre vittorie, un pareggio e due sconfitte, avanzando al turno successivo, dove è stato inserito in un altro girone, con Australia, Oman, Iraq e Giordania. La storica amichevole contro la Francia (1-0), del 12 ottobre 2012, ha fatto presagire un futuro ricco di successi, arrivati puntualmente, grazie anche alla meticolosità tattica di un perfezionista come Zaccheroni, che ha dato un gioco alla squadra e l’ha portata alla conquista della prima Coppa d’Asia della propria storia. Le qualificazioni mondiali si riaprono con un 3-0 all’Oman; dopo avere fallito il primo match point-qualificazione contro la Giordania, perdendo 2-1, il 4 giugno i nipponici ottengono la qualificazione matematica contro l’Australia, pareggiando all’ultimo minuto con un rigore di Honda, che firma l’1-1. Nella Confederations cup, i giapponesi trovano pure l’Italia e le fanno passare un brutto quarto d’ora (in vantaggio di 2-0), prima di arrendersi al 4-3 finale. In Giappone le vicende della squadra sono seguite con un certo interesse, dopo anni di oscurantismo legato alla più ridotta popolarità del calcio, rispetto a alcun discipline come sumo, wrestling e baseball. L’indice di gradimento del calcio è aumentato con il lancio della Japan league (1992). In questo campionato hanno militato tanti big: dai brasiliani Dunga, Zico, Leonardo, Edmundo e Hulk fino a Schillaci che, con la maglia dello Jubilo Iwata, ha segnato gol a grappoli e sedotto i tifosi con gli occhi a mandorla. Totò-sun è stato idolo in un Giappone che con Zaccheroni-sun rischia di trovare finalmente la propria identità calcistica.

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