Ai microfoni di Die Welt, Jakub Blaszczykowski ha parlato della sua autobiografia di prossima uscita. Il titolo è Kuba, proprio come il suo soprannome: “Quest’anno compirò 30 anni, ho una discreta esperienza alle spalle e credo di avere qualcosa da raccontare. Mi sono fatto aiutare da Malgorzata Domagalik, una nota giornalista mia connazionale. Il libro uscirà a maggio“.
Il giocatore del Borussia Dortmund ha deciso di raccontare l’evento più drammatico della sua vita, ovvero l’uxoricidio perpetrato da suo padre, al quale lui stesso, alla tenera età di 10 anni, assistette: “Nella mia autobiografia racconto tutto quello che ho vissuto, quindi anche di quando sono stato testimone dell’omicidio commesso da mio padre ai danni di mia madre. Non è facile. Ma è un episodio che non dimentico e che non dimenticherò. Fa parte di me. Quel giorno la mia vita è cambiata, è stata stravolta, ma credo di aver acquisito molta forza. Ho affrontato tanti problemi nella mia vita, cose che altre persone avrebbero percepito come tragedie. Io invece non mi sono fatto sconvolgere. So che qualsiasi cosa accadrà, ho già vissuto di peggio“.
Riprendersi non fu semplice, e forte la tentazione di chiudersi in se stesso: “Fino ai 15-16 anni ero alto solo 155 cm, poi improvvisamente sono arrivato a 175. Mi sono allontanato da tutti. Per anni non ho accolto amici a casa“.
Adesso, però, le cose sono decisamente cambiate: “Sono ancora in contatto con un mio amico di scuola. So che si alza tutti i giorni alle 6 e nonostante questo non può permettersi molto. Non può nemmeno andare in vacanza. Io invece gioco a calcio, la cosa che amo di più al mondo, e vivo emozioni intense“.
Due persone in particolare sono state determinanti per la sua crescita: “Intanto mia nonna. Ha cresciuto me e i miei fratelli come fossimo figli suoi. E poi ovviamente mio zio, anche lui è stato un calciatore e un nazionale polacco, mi ha plasmato“. Il riferimento è a Jerzy Breczek, una carriera passata prevalentemente nel campionato austriaco, con una parentesi in Israele alla fine degli anni ’90.
Sul momento presente, che lo vede rientrare dopo un grave infortunio per calarsi in una situazione drammatica per il suo Borussia, in fondo alla classifica della Bundesliga: “Sono contento che il ginocchio non mi faccia più male. Sono contento di aiutare i miei compagni. Usciremo da questa crisi. Il passato è passato, pensiamo al presente. Sappiamo che possiamo farcela. Questa storia avrà un finale allegro“.