I destini di Robert Lewandowski e del Borussia Dortmund non sembrano essersi effettivamente divisi dopo il discusso addio del centravanti alla squadra giallonera. In questa stagione, la prima dopo 4 anni di gol a raffica che hanno portato parecchie soddisfazioni presso la corte di Klopp, l’attaccante polacco sta, contro ogni previsione, faticando oltremodo a imporsi con la nuova casacca del Bayern Monaco, mentre il Borussia è clamorosamente impantanato all’ultimo posto in Bundesliga e i segnali di ripresa tardano ad arrivare.
Ai microfoni della Bild, Lewandowski non ha fatto nulla per mantenere un atteggiamento diplomatico rispetto alla sua astinenza da gol, motivata non solo da “colpe” proprie: “La verità è che vorrei giocare sempre 90 minuti, capisco che le rotazioni facciano parte di questo sport, ma per me non è mai facile stare in panchina. Voglio aiutare sempre la mia squadra, ma non sempre è possibile”.
Del resto, i numeri parlano chiaro: sono soltanto sette le reti messe a segno dal polacco, ma è anche vero che Guardiola l’ha impiegato soltanto in 16 occasioni, troppo poche perché un attaccante con le sue caratteristiche riesca a trovare la continuità. E’ lui stesso ad ammettere di non vivere certo il suo momento migliore: “Sette gol in Bundesliga non sono molti e credo che sarà difficile arrivare a 20. Sicuramente sto vivendo una situazione diversa dal Borussia Dortmund, ma Guardiola non si aspetta da me che segni ogni giorno”.
Insomma, è certo che a Dortmund stiano ancora piangendo per l’addio del loro beniamino, autore di 74 gol in 130 gare, ma chissà che anche il buon Robert, guardando al recente passato, non stia rimpiangendo di aver lasciato il Borussia e il suo ambiente…