La formula della Coppa Italia è improponibile, prendiamo esempio dalla FA Cup!

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Serve un sistema nuovo per rendere la Coppa Italia finalmente interessante

Diciamolo senza peli sulla lingua: ora come ora la Coppa Italia è più un peso che altro. Lo è per gli allenatori, che devono dosare le energie in vista di competizioni ritenute ben più importanti, lo è per molte piccole società, costrette spesso a trasferte improponibili per affrontare sfide proibitive, lo è anche per chi lavora in stadi che spesso e volentieri sono vuoti.

E’ chiaro che la formula attuale sia del tutto inadeguata per dare alla competizione l’importanza che meriterebbe. Basti pensare al fatto che le prime 8 del campionato di Serie A precedente entrano in gioco solo agli ottavi, evento che è stato confermato anche per le prossime edizioni sino al 2018. Già questo ha del paradossale: perché il piazzamento in una competizione si ripercuote in un’altra? Per non parlare dell’assurda regola per cui si gioca sempre in casa della più forte, il cui stadio è Coppa-Italia21desolatamente vuoto. E che dire del fatto che tutte i turni si giocano in gara secca, mentre solo la semifinale è con andata e ritorno. Che senso ha tutto ciò? Allo stato attuale delle cose, questa è una competizione che favorisce nettamente le grandi, che possono contare sul fattore campo contro le piccole che si trovano per forza di cose ad affrontare e spesso mandano in campo le riserve fino alla semifinale. Inoltre, anche le stesse piccole e le squadre provenienti dalla Serie B, sapendo di giocare quasi il ruolo di vittima sacrificale, non giocano con il giusto mordente. Ed è anche comprensibile, dal loro punto di vista.

Perché non cambiare completamente il format? Perché non ispirarsi al modello della FA Cup, che in Inghilterra è considerata allo stesso livello del campionato? Si può obiettare che si tratti del torneo più antico del mondo, ma onestamente, per quanto ci riguarda, fare peggio di così è davvero difficile.

Innanzitutto, la prima innovazione deve consistere nell’ampliamento del numero di partecipanti, coinvolgendo anche le squadre di Serie D, che saranno senz’altro motivate ad andare avanti per affrontare squadre di maggiore blasone. Sull’esenzione da determinati turni in base alla categoria possiamo anche essere d’accordo, ma è assurdo e vergognoso che la più debole giochi necessariamente in trasferta. Meglio sorteggiare la squadra ospitante. E sarebbe opportuno anche sostituire la gara secca con l’eventuale replay.

Con un sistema più “imprevedibile”, già ai 16esimi potremmo vedere affrontarsi due big della Serie A, contemporaneamente a due sorprese provenienti dalle categorie inferiori e a un “Davide contro Golia”. L’anno scorso in FA Cup è successo proprio questo: oltre ad essere arrivato in finale il piccolo Hull City, due sfide degli ottavi sono state Chelsea-Manchester City e Nottingham Forest-Sheffield United. Adesso pensate, ad esempio, un turno in cui si giocano Juve-Lazio, Inter-Reggina e Paganese-Giana Erminio. Non è molto più affascinante di adesso, in cui le piccole si “scannano” fino agli ottavi, per poi doversi piegare alle big, in casa loro?

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