“Mi è stata rovinata la vita, ho dovuto smettere di fare quel che mi piaceva di più, cioè l’ arbitro. Ma sono arbitro nel sangue, lo sono sempre stato, da bambino sognavo la giacchetta nera”. Tiziano Pieri, genovese 44enne, ex arbitro internazionale, oggi moviolista in tv, coinvolto e poi assolto nello scandalo di Calciopoli, torna a parlare della bufera che nel 2006 spazzò via i vertici del calcio italiano commenta la sentenza della cassazione che ha chiuso la vicenda.
“Non sono contento e nemmeno arrabbiato, ma deluso. Io fui assolto nel 2012 ma anche per me ieri è stata la fine di un incubo”. Pieri ricorda: “era da poco passata la metà degli anni 2000, fui colpito dalla giustizia sportiva, 1 anno di sospensione, poi prorogata contro ogni regola, e infine addio giacchetta nera. Salvo poi essere assolto nel dicembre 2012 dalla giustizia ordinaria per non aver commesso reati”. Sotto i riflettori le telefonate con Moggi compiute su sim non intercettabili. “Io sono stato assolto, invece il mio accusatore Teodosio De Cillis rinviato a giudizio per falsa testimonianza. Difficile da mandar giù. Ho dovuto reinventarmi una vita. Ero un internazionale, avevo lasciato il lavoro. Fui estromesso da tutto. Se non avessi avuto la famiglia a sostenermi in quei momenti, non so dove sarei”.
La giustizia sportiva è stata più rapida di quella civile: “deve essere così, ma vanno misurate le decisioni, specie se non si conoscono tutti gli elementi. Giustizia e rapidità non vanno d’accordo. Ci fu un processo mediatico, servivano subito dei colpevoli. Poi le cose si sono chiarite. Quasi nessun arbitro è stato condannato, invece sembrava che eravamo tutti colpevoli di qualcosa. Troppa fretta. Io ho pagato in anticipo, prima di essere assolto. Ora vediamo il processo a De Cillis, poi ci sarà lavoro per i miei legali”.
“La Cassazione ieri ha chiuso la vicenda nella forma e le sentenze si rispettano. Lo dissi pure da condannato. Ma Calciopoli non è finita, troppe falle restano e lati oscuri. Sparì un video dalla cancelleria di Napoli, le mie telefonate non erano agli atti. Ho dovuto ritrovarle da me e sono quelle che mi hanno assolto”. E ricorda ancora la sua ultima partita, un Catania-Roma sul campo neutro di Lecce. Vinsero i romanisti 2-0. Era l’aprile 2007. “Pensavo che avrei continuato a dirigere, invece ero già un ex”. I miei rapporti con Moggi? “l’ho visto ieri in Cassazione, qualche altra volta in tribunale. Ho apprezzato che si sia detto dispiaciuto per i danni subiti da diversi arbitri coinvolti nella vicenda”.