Anche in ottica nostrana, seguire il campionato argentino può essere molto utile, dal momento che esso rappresenta una “fucina” di giocatori che puntualmente arrivano in Serie A. Troppo spesso il concetto di calcio albiceleste si riduce all’eterna lotta tra Boca Juniors e River Plate o, bene che vada, ai destini delle 5 “superpotenze”, ovvero le due sopracitate, Racing, Independiente e San Lorenzo, con quest’ultima recentemente divenuta molto popolare per ragioni “vaticane”. In realtà, il calcio argentino è un mondo molto variegato, che in questa stagione si presenta in una forma a dir poco cervellotica. Addio Apertura e Clausura, o Torneo Inicial e Torneo Final: grazie a un’idea del defunto presidente dell’AFA, Julio Humberto Grondona, adesso la formula del campionato vede un’unica fase, la cui fisionomia sarà cristallizzata soltanto a partire dalla stagione 2019/2020, quando le squadre saranno 22. Per le prossime 4 stagioni la competizione si svolgerà in maniera molto particolare. Vediamo di individuare i punti chiave per “decifare” la nuova Primera Division.
Le squadre partecipanti
Le squadre che prenderanno parte alla stagione da poco iniziata sono ben 30, ovvero le 20 della scorsa stagione (in cui le retrocessioni erano bloccate) più altre 10 provenienti dalla seconda divisione. Per ovvie ragioni organizzative, non ci saranno gare di andata e ritorno, ma alcune partite saranno giocate due volte.
I Clasicos
Oltre alle 29 giornate canoniche, si disputerà un turno supplementare, nel quale avranno luogo tutti i cosiddetti Clasicos, ovvero i derby storici del calcio argentino. Dal Superclasico Boca-River al Clasico Platense tra Estudiantes e Gimnasia La Plata, passando per il Clasico di Avellaneda, Racing-Independiente, a quello del barrio di Belgrano tra San Lorenzo e Huracan, senza dimenticare quello rosarino tra Rosario Central e Newell’s Old Boys o quello di Santa Fe tra Colon e Union.
La qualificazione alle coppe continentali
La federazione argentina ha a disposizione 5 posti per la Copa Libertadores e 6 per la Copa Sudamericana. Alla Copa Libertadores accedono la prima e la seconda in classifica, la vincitrice della Copa Argentina, la squadra che ha fatto meglio nella Copa Sudamericana precedente, più una quinta, rappresentata dalla vincitrice della Liguilla pre-Libertadores, che vedrà affrontarsi terza, quarta, quinta e sesta classificata della Primera Division. Alla Copa Sudamericana, invece, accede direttamente soltanto la vincitrice della Supercoppa. Le altre 5 proverranno dalla Liguilla pre-Sudamericana, un torneo che vedrà impegnate dal primo turno le squadre classificate dal 7° al 18° posto, con l’aggiunta nelle fasi successive delle formazioni eliminate nella Liguilla pre-Libertadores.
Le retrocessioni
Rispetto non alla scorsa edizione (in cui le retrocessioni erano bloccate), ma alla consuetudine, le squadre che scenderanno in seconda divisione non saranno più 3, ma 2. Rimarrà in vigore il criterio della “tabla de descenso“: in sostanza, non retrocedono le ultime due classificate, ma le squadre che, nelle ultime 3 stagioni di Primera Division, hanno raccolto la media punti (promedio) più bassa. Si tratta di una caratteristica tipica del futbol albiceleste.
Insomma, soprattutto nelle fasi finali del torneo ci sarà davvero da divertirsi. Per noi, l’unica complicazione per seguire il campionato argentino è rappresentato dall’orario delle partite, che si disputano nel pieno della notte italiana, ma si sa, per chi ha una passione smodata per questo sport, il concetto di tempo è molto relativo.