Milan, infuria il dibattito tra i tifosi: è Mihajlovic il vero responsabile?

CalcioWeb

La società e molti addetti ai lavori hanno ormai messo alla gogna il tecnico serbo Mihajlovic, giudicato il principale responsabile della brutta stagione rossonera: ma le colpe sono davvero tutte sue?

Mihajlovic in bilico: questa frase, che ormai sentiamo da settimane dopo ogni risultato negativo del Milan, è diventata una fonte di polemiche e dibattiti tra tifosi e addetti ai lavori, divisi tra chi difende l’operato del serbo e chi lo attacca dicendo che questa rosa potrebbe dare molto di più.
La verità, come sempre in questi casi, è difficilmente dimostrabile, soprattutto se applicata ad uno sport come il calcio, che fa dell’istinto e della casualità le sue armi principali, ma noi abbiamo provato ad analizzare in maniera più approfondita l’attuale momento del Milan.

ROSA INCOMPLETA

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

E’ stato già largamente appurato che questa rosa ha dei limiti strutturali importanti: in primis la mancanza di un difensore centrale di piede destro, che possa affiancare degnamente Romagnoli, chiamato nel corso di questa stagione a coesistere prima con Rodrigo Ely, poi con Zapata e poi con Alex, tutti centrali ben diversi per caratteristiche e che hanno costretto il giovane ex Roma a cambiare il suo modo di stare in campo.
Un problema poco dibattuto è quello dei terzini: l’unico giocatore in grado di andare senza palla (creando quindi superiorità numerica in avanti) è Luca Antonelli ( e nelle prime apparizioni Davide Calabria, poi bloccato dall’inesperienza).
Ignazio Abate e Mattia De Sciglio non concedono grosse opportunità in fase offensiva: entrambi vogliono la palla sui piedi e mai in profondità, cosa che crea una certa prevedibilità nelle azioni rossonere e che costringe gli esterni ad accentrarsi continuamente.
Un altro problema di fondo è la mancanza di un centrocampista in grado di attaccare la linea difensiva avversaria con il pallone, compito che in rossonero Andrea Pirlo ha eseguito con superba maestria per anni: l’unico in rosa sarebbe, teoricamente, Riccardo Montolivo, diventato però più muratore che architetto.

MANCANZA DI IDEE

A Sinisa Mihajlovic non manca di certo il coraggio e nei prossimi anni, nonostante i risultati negativi, molti tifosi rossoneri dovranno ringraziarlo per aver lanciato in prima squadra Donnarumma e per aver portato Romagnoli, ma oltre a questo il tecnico serbo difficilmente lascerà altro, se non una grande confusione tattica: in principio fu il 4-3-1-2 dettato dal presidente Berlusconi, poi un 4-3-3 con il rispolvero di Alessio Cerci e poi un 4-4-2 per sfruttare l’enorme e ingombrante parco attaccanti, limato oggi con la cessione di Luiz Adriano.
Lavorare su un’idea nel corso dell’estate, applicando in essa schemi ben congeniati: su questo avrebbe dovuto lavorare Mihajlovic, impegnato però anche nel difficile compito di risollevare fisicamente una squadra lasciata a pezzi dalla tragicomica gestione Inzaghi.
Tutto questo però non è stato fatto e la squadra si ritrova a svolgere schemi elementari e ad affidarsi alle invenzioni del singolo: il vero peccato originale, la grande colpa di Sinisa.

EFFETTO SAN SIRO

stadio san siro meazza milanPuò sembrare una banalità, ma per molti giocatori rossoneri San Siro si è trasformato da splendido sogno a funesto incubo: i fischi e il clima pesante che si respira (a causa degli ultimi anni complicati), hanno un effetto terrificante sui giocatori, che si limitano a svolgere il compitino per evitare la contestazione personale.
Un allenatore che ha come punto forte il carattere e la personalità di ferro, avrebbe dovuto trasmettere tutto questo alla squadra, ma anche in questo caso i risultati sono stati deludenti.

COSA SERVE?

In questo momento il Milan ha bisogno di ripartire da due cose: idee e senso di appartenenza. Nel calcio non ottieni risultati solo sputando sangue, ma sapendo cosa fare in campo e cercando di farlo meglio del tuo avversario.
Non è da sottovalutare, come detto, il reinserimento di un senso d’appartenenza: questi giocatori non hanno mai capito cosa significa giocare nel Milan e proprio per questo un allenatore come Roberto Donadoni sarebbe stato l’ideale. Per fine anno ormai il destino di Mihajlovic pare segnato, ma per ripartire  i rossoneri dovranno avere le idee chiare: perchè ogni anno non si può ripartire da zero.

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