A pensarci bene non è sorprendente, ma nemmeno così scontato. Il vicepresidente incravattato di una società lo si vede in tribuna e agli eventi ufficiali, ma Pavel Nedved è uno che vorrebbe tornare a calciare un pallone seduta stante e la Juventus si gode tutte le sue qualità seppur dietro una scrivania.
Come fa notare ‘Tuttosport’ da quando il ceco ha fatto il salto di qualità passando dall’astrattissimo ruolo di ‘consigliere’ a quello di vicepresidente, il 25 ottobre del 2015, la Juventus ha iniziato la sua clamorosa rimonta, sconfitta contro il Sassuolo e via senza più fermarsi. Ma cosa c’entra Pavel Nedved in tutto questo? Il dirigente ceco, come dicevamo in apertura, non è soltanto un completo elegante, una presenza bionda in tribuna.
Pavel Nedved, in linea con la sua natura da grande combattente, è in continuo contatto coi giocatori, calpesta l’erba verde spesso e volentieri, soprattutto quando ad inizio di ogni partita corre sotto la curva a salutare i tifosi, che i suoi stendardi non li hanno ancora messi da parte. Corre negli spogliatoi a caricare la squadra ad ogni fine primo tempo, non fa mancare la sua grande carica, il suo appoggio e, quasi certamente, i suoi rimproveri. Un importante punto di riferimento, uno dei grandi segreti della squadra bianconera.