Speciale Serie A 2015/2016: Flop 11 del campionato

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Da Brkic a Dzeko, passando per Kondogbia: ecco i peggiori undici della Serie A appena conclusa

Zeljko Brkic (Carpi): dopo gli alti e bassi ad Udine e Cagliari, Brkic aveva la possibilità di riscattarsi a Carpi, dove gli era stata data la titolarità nel ruolo di portiere. Titolarità presto persa, dopo una serie di prestazioni a dir poco negative, costate anche dei punti alla squadra biancorossa. Alla soglia dei trent’anni, l’estremo difensore serbo non ha saputo dimostrare quella continuità che, per un portiere, è elemento fondamentale nella propria carriera.

Igor Bubnjic (Carpi): anche lui arrivato alla corte di Castori in prestito dall’Udinese, anche lui protagonista in negativo di poche partite giocate. A fermarlo  anzitempo è stato un grave infortunio, che lo ha messo presto fuori dai giochi. Prima dello stop, però, nonostante la fiducia concessagli, lo spilungone croato non è mai stato in grado di fornire un contributo valido alla difesa carpigiana, commettendo parecchi errori, alcuni dei quali assai clamorosi.

Andrea Ranocchia (Inter/Sampdoria): a gennaio, dopo aver giocato poco e male all’Inter, ha emigrato verso Genova, sponda blucerchiata. Montella gli ha dato fiducia incondizionata, nonostante gli errori commessi dal difensore, in alcuni casi veri e propri orrori. Si pensava che la maglia della Sampdoria, gloriosa ma certo non pesante come quella nerazzurra, potesse restituirgli la serenità necessaria per tornare a giocare bene, magari tornando ai livelli di Bari quando, insieme a Bonucci, si impose all’attenzione generale. Nulla da fare, speranza vana.

Mauricio (Lazio): il brasiliano è uno dei tanti stranieri che rasentano il mistero assoluto. Per quale santa ragione un difensore di livello così basso ha trovato spazio in Serie A, addirittura in un club come la Lazio? Già lo scorso anno Mauricio aveva dato sfoggio della sua mancanza di fondamentali, basilari per chi di mestiere fa il difensore. Senza dimenticare la sua irruenza che ne ha fatto non invidiabile collezionista di cartellini. Con l’infortunio di De Vrij, poi, ha definitivamente perso la bussola. Da censura.

Mirko Valdifiori (Napoli): nota stonata nel Napoli di Sarri, che pure aveva a tutti i costi voluto portare con sé, dall’Empoli, il regista che lo scorso anno aveva fatto talmente bene da conquistarsi più di una chiamata in nazionale. Quello splendido giocatore, dai più individuato come un ottimo alter ego dell’inarrivabile Pirlo, a Napoli non lo hanno mai visto. Al punto che anche il suo mentore Sarri ha dovuto arrendersi presto all’evidenza, riservandogli un posto in panchina in favore di Jorginho, ritrovatosi dopo la crisi vissuta sotto l’egida di Benitez. Difficilmente rimarrà in Campania, ha bisogno di rilanciarsi altrove.

Manuel Iturra (Udinese): la sua avventura in Friuli è durata fino a gennaio, poi è stato spedito altrove. Aldilà del fatto che sia arrivato a costo praticamente pari a zero, visto che è stato preso dal Granada, altra società di proprietà dei Pozzo, per lui vale il discorso fatto per Mauricio (e non solo): quali doti tecniche o tattiche hanno indotto i dirigenti dell’Udinese ad aggregare in rosa questo sgraziato mediano? E perché Colantuono, più di una volta, ha trovato il coraggio di dargli una maglia da titolare? Presenza inutile in mezzo al campo, a gennaio è stato sbolognato in prestito al Rayo Vallecano.

Andrea Bertolacci (Milan): dopo la bella stagione vissuta al Genoa, i dirigenti rossoneri hanno deciso di spendere 20 milioni di euro per portarlo alla corte di Mihajlovic, considerandolo l’uomo giusto per ridare dinamismo al centrocampo. Sbagliato, visto che Bertolacci non ha saputo ripetere neppure la metà di quanto di buono fatto in Ligura, perdendosi tra mille infortuni e prestazioni incolore. Ha deluso parecchio perché da lui ci si aspettava tanto, anche in termini di inserimenti. Saprà rifarsi perché ha qualità ottime, per quest’anno è, però, una delle più grandi delusioni in assoluto.

Geoffrey Kondogbia (Inter): costato quasi 40 milioni di euro e strappato ferocemente alla concorrenza del Milan, il francese non è stato neppure copia sbiadita del centrocampista ammirato a Siviglia e Montecarlo. Avrebbe dovuto aggiungere muscoli ed intelligenza tattica alla linea mediana nerazzurra ma ha finito con il collezionare panchine, quasi mai convincendo quando schierato titolare. Solo qualche lampo di luce nella seconda metà di stagione. Anche lui, però, ha dalla sua il tempo e le qualità per risollevarsi e giustificare, anche solo in parte, l’investimento fatto in estate dai nerazzurri.

Edin Dzeko (Roma): acclamato dai tifosi festanti nel giorno del suo arrivo a Fiumicino, invocato come il salvatore della patria, il bosniaco avrebbe dovuto essere quel centravanti di spessore mondiale che tanto mancava ai giallorossi. La realtà, dopo le illusorie primissime battute, ci ha però presentato un giocatore palesemente sfiduciato, a tal punto dal divorare goal che neppure Calloni avrebbe mancato. Aveva tutto, Dzeko, per poter segnare come fatto in carriera ma qualcosa non ha funzionato. L’impressione è che il problema sia mentale perché brocco, questo ragazzo, non lo è mai stato. Di goal ne ha segnati comunque 8, sbagliandone quasi il doppio Ci ricorda un po’ quanto accaduto a Kluivert nel suo unico anno al Milan. All’ex Manchester City verrà concessa una seconda chance?

Luiz Adriano (Milan): partito bene, nel giro di poco tempo è finito a riscaldare la panchina, al punto da essere ceduto, a gennaio, in Cina. Affare poi saltato per motivi economici, con il brasiliano che è tornato dalle parti di San Siro. Chi pensava che si potesse rialzare, però, è rimasto deluso. Luiz Adriano ha continuato a giocare poco ed in maniera anonima: i 4 goal segnati non bastano certo a salvare la sua stagione. Da un giocatore di una certa esperienza come lui, che ha sempre segnato con regolarità anche in Europa, ci si aspettava ben altro contribuo. Tra qualche settimana, probabilmente, verrà ceduto. Stavolta senza possibilità di ritorno.

Goran Pandev (Genoa): si candida seriamente al titolo di peggior acquisto dell’anno. I dirigenti liguri, mettendolo sotto contratto da parametro zero, hanno probabilmente pensato di aver messo a segno un colpaccio. Del resto, l’attaccante macedone aveva ben figurato nei suoi anni passati in Italia e la brutta esperienza in terra turca non era certo sufficiente a far pensare che il ragazzo fosse scaduto definitivamente di rendimento. Eppure al Genoa ha giocato poco, anche a causa di problemi fisici, senza mai lasciare il segno. Nessun goal e consistenza pari a zero.

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