Stessa storia, stesso calcio, stesse scommesse: l’Italia ci ricasca!

Un nuovo scandalo si sta allargando a macchia d'olio nel mondo del calcio italiano, ancora una volta il calcioscommesse e le mafie 'intralciano' lo sport
CalcioWeb

Termina il campionato e, come da tradizione degli ultimi anni, scattano le operazioni delle forze dell’ordine per l’ennesimo caso di calcioscommesse. Questa volta a finire sotto la lente d’ingrandimento della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli sono delle partite di Serie B della stagione 2013-2014, che tramite l’intermediazione di alcuni calciatori, profumatamente pagati, sarebbero state truccate per favorire il flusso di scommesse fatte.
Il tutto sarebbe stato organizzato da alcuni esponenti del clan camorristico dei “Vanella Grassi”, 7 dei quali arrestati nella giornata di ieri ed altri 3 costretti agli arresti domiciliari.

Adesso, come di consueto, tutti inizieranno ad indignarsi per i fatti accaduti, come nel 2011 e nel 2015 durante i casi di partite truccate arrivati alla ribalta delle cronache grazie ad altre indagini delle forze dell’ordine.
Il problema però è rimasto e continua a persistere, a causa della mole di denaro che lo sport più seguito d’Italia riesce a muovere, anche nelle categorie inferiori.
Ed è proprio in queste che spesso e volentieri la malavita riesce ad attecchire meglio, approfittando magari degli stipendi di alcuni calciatori non proprio principeschi oppure della sete di soldi di questi ultimi che li spinge a vendere se stessi, i propri compagni e la propria squadra al miglior offerente.

Il fatto che questo “sistema”, nonostante sia conosciuto da oltre 30 anni dopo i primi casi di Totonero degli anni ’80, continui ad essere ancora in vita, ci testimonia che le soluzioni a norma di legge trovate fino ad ora non sono riuscite a bloccare questo fenomeno, giusto per confermare l’antico proverbio che recita: “Fatta la legge, trovato l’inganno”.
Anche perché nel nostro paese, oltre alla malavita già presente sul tutto il territorio, di recente abbiamo potuto vedere come altre organizzazioni dedite a questo tipo di attività arrivino in Italia dall’estero per i loro “affari”. Quindi ci troviamo quasi al centro di un fuoco incrociato di interessi economici, che una volta scoperti vanno sempre più a screditare il nostro calcio agli occhi del mondo.

Tutto ciò ovviamente non per criticare Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che fanno un lavoro egregio, e grazie alle operazioni dei quali vengono scoperti anno dopo anno aspetti nascosti del gioco del pallone, ma per sottolineare il fatto che ciò che deve cambiare probabilmente è la mentalità, insegnando ai bambini fin dalle scuole calcio i valori dello sport e della legalità così da rendere il meno fertile possibile il terreno per chiunque voglia coinvolgerli in questo tipo di attività fuorilegge. Probabilmente andrebbe cambiato anche il mondo delle scommesse, ma forse lì lo Stato ha troppi interessi…

Francesco Formica