Gianluigi Buffon 8: ha 38 anni e, qualche stagione fa, qualcuno lo dava per bollito. E invece è sempre tra i migliori, probabilmente il migliore. Nelle quattro partite da lui giocate ad Euro2016 si è distinto per l’alto rendimento tenuto, sai che novità… Prodezze su prodezze, tutto facile, come fosse bere un bicchiere d’acqua. L’ultima, ieri, nella sfortunata sfida persa contro la Germania: il guizzo sulla deviazione di Chiellini è una perla. Straordinaria, come la sua storia, che ci auguriamo possa proseguire in azzurro per almeno altri due anni, accompagnata da una degna tenuta fisica. Perché Buffon è Buffon, c’è poco da aggiungere.
Salvatore Sirigu 5,5: impietoso valutare un calciatore da una sola presenza. Ha giocato il match contro l’Irlanda il portiere del Paris Saint Germain ed ha alternato cose buone ad altre poco egregie, come nell’occasione del goal segnatogli da Brady sul finire dell’incontro Non è un fenomeno ma un buon portiere, come anche Marchetti che, però, non ha visto il campo.
Mattia De Sciglio 7: è partito come quarta scelta del ruolo. Poi, complici l’infortunio di Candreva e i passi falsi di Darmian, si è conquistato i galloni da titolare, stupendo tutti per la personalità con cui ha saputo approcciarsi alle due partite giocate contro Spagna e Germania. A tutti è sembrato rivedere il De Sciglio delle primissime uscite rossonere. Merito di Conte, certo, ma anche del diretto interessato, che ha risposto sul campo a chi lo accusava di scarsa personalità. Nel mezzo, anche il rigore calciato, di prepotenza, contro la Germania: un gran bel goal, anche se inutile. L’auspicio è che si mantenga sempre su certi livelli. Valore aggiunto.
Giorgio Chiellini 7,5: lui, insieme ai due compagni di reparto ed al portiere, ha trasferito all’Italia quella sicurezza e quella forza granitica che hanno fatto la fortuna della Juventus negli ultimi cinque anni. E’ per questo che Conte, ben consapevole, ha deciso di basare la formazione su questo concreto valore aggiunto. Chiellini ha sempre giocato su livelli importanti, non sbagliando nulla e distinguendosi, tra le altre cose, per aver annullato Ibrahimovic nel match vinto contro la Svezia e per aver firmato il goal decisivo contro la Spagna. Un guerriero, non cattivo ma magari rude, del quale non sempre si riconosce il reale valore.
Andrea Barzagli 7,5: lui, che difficilmente lascia trasparire ogni tipo di emozione, nella notte di ieri, dopo l’eliminazione subita ad opera della Germania, non ha saputo reggere l’impatto delle lacrime che gli hanno rigato il viso. Non ha nulla da rimproverarsi Barzagli: straordinario per continuità di rendimento come sempre, quasi insuperabile, ieri ha avuto anche il coraggio di presentarsi dal dischetto, pur non essendo affatto uno specialista del caso, trafiggendo Neuer. Ha 35 anni ma non se ne è accorto nessuno. La sensazione è che lasci la maglia azzurra dopo l’Europeo. Sarà uno di cui sentiremo, profondamente, la mancanza.

Leonardo Bonucci 8: ancora c’è qualcuno che osa criticarlo, gente che davvero non riesce ad andare oltre la propria fede calcistica. Deprimente, ma andiamo oltre. Andiamo a Bonucci, a quello che è stato per l’Italia ad Euro2016: leader assoluto, protagonista incontrastato, perfetto difensivamente, eccellente nell’impostare, con due attributi grossi così. Il penalty segnato nei tempi regolamentari contro la Germania è emblema di tutto ciò: non è mai stato un rigorista ma ha avuto la personalità di presentarsi dal dischetto, trafiggendo Neuer senza paura tradire. Meno bene è andato nel secondo tiro dal dischetto, quello della lotteria finale, ma lì è stato bravo il portiere tedesco. L’assist nel match d’esordio contro il Belgio, per Giaccherini, è una delle tante perle sfornate da questo grandissimo difensore. Punto fermo dal quale ripartire.
Matteo Darmian 4,5: dispiace essere così severi con questo ragazzo. Siamo certi che Darmian, da subito, saprà ritornare sui livelli che gli competono e che gli hanno consentito di conquistarsi un posto nel Manchester United. Tuttavia, all’esordio contro il Belgio, è stato l’unico ad aver toppato, sbagliando anche degli appoggi elementari. In più, ieri ha anche fallito il rigore che, dal punto di vista meramente statistico, è stato fatale per i destini azzurri. Si rifarà ma l’Euro2016, per lui, è stato un disastro assoluto.
Angelo Ogbonna 5,5: anche il difensore in forza al West Ham si è visto solo contro l’Irlanda, così come Sirigu. Ed anche lui ha giocato una partita altalenante, tra ottimi interventi ed un paio di dimenticanze. Rimane una buona riserva, con il vantaggio di avere già giocato, negli anni alla Juventus, con i tre titolari del ruolo.
Antonio Candreva 6,5: titolare indiscusso, ha giocato le prime due partite salvo poi gettare la spugna per problemi fisici. Contro il Belgio è stato devastante, non impeccabile quando ha affrontato la Svezia. La sua assenza si è sentita solo parzialmente anche se ieri, contro la Germania, la forza fisica che possiede, sulla fascia, avrebbe fatto molto comodo.
Daniele De Rossi 7: si dice spesso che le persone, le cose, le situazioni si riescono ad apprezzare realmente solo quando non ci sono più. In questo caso il concetto va esteso a De Rossi, sul quale in molti avevo nutrito, alla vigilia, grossi dubbi. Ed invece ha sostituto molto bene Marchisio in cabina di regia, brillando per aver saputo dettare sempre i tempi, pur senza la precisione di chi lo ha preceduto, e mettendoci anche un grosso bagaglio di esperienza e leadership. Ha saltato la partita contro la Germania e questo ha finito col pesare, anche nella lotteria dei rigori.

Emanuele Giaccherini 7,5: eccone un altro, uno di quelli cui qualche scienziato aveva appiccato addosso l’etichetta di raccomandato. Paga il fatto di essere poco reclamizzato, in realtà è un calciatore cui non manca nulla per essere definito tra i più bravi nel ruolo. Il primo goal azzurro agli Europei è stato suo, Conte gli ha affidato il ruolo di mezzala e lui ha ripagato la fiducia giocando splendidamente. Moto perpetuo, intelligenza tattica, buoni dote tecniche: date a Giaccherini quel che è di Giaccherini.
Alessandro Florenzi 6,5: siamo onesti, Florenzi avrebbe potuto lasciare il segno in maniera più marcata. Non che abbia fatto un cattivo Europeo, anzi. Tuttavia dai calciatori migliori ci si aspetta sempre che facciano tanto e Florenzi, ad Euro2016, ha difettato in lucidità. Anche, è giusto sottolinearlo, per la dedizione con cui si è prodigato nell’arare senza soluzione di continuità la fascia di sua conseguenza. Lucidità venuta meno, a tratti, soprattutto nella partita contro la Germania, dove ha sbagliato qualcosina di troppo. E’, comunque, un elemento cardine dal quale ripartire nell’immediato futuro.
Marco Parolo 7: un soldatino, un umile soldatino che ha sempre eseguito, senza deludere, gli ordini datigli da Conte. La prestazione contro i tedeschi, dove Conte gli ha affidato le chiavi della cabina di regia, ha colpito chiunque per la maturità dimostrata ma, in generale, in ogni partita giocata si è ben comportato. Gli è mancato solo il goal su azione, anche se la traversa colpita contro la Svezia grida ancora vendetta. Dal dischetto, nella lotteria finale contro la Germania, ha trafitto Neuer.
Thiago Motta 5,5: è sceso in campo quattro volte, tre da subentrato ed una da titolare. Contro il Belgio ha giocato l’ultimo quarto d’ora, rimediando un cartellino giallo ma contribuendo attivamente alla gestione del vantaggio firmato Giaccherini. Maluccio poi, anche contro l’Irlanda, quando Conte gli ha dato una maglia da titolare. Massacrato prima del tempo dai tanti che non ne avrebbero voluto la convocazione, sul campo non ha fatto granché per smentire i suoi detrattori. Lento, troppo lento. La sua storia in maglia azzurra, probabilmente, si chiude qui.
Stephan El Shaarawy s.v.: nove minuti appena contro l’Irlanda, per lui è stato un Europeo da spettatore non pagante. Avrà altre occasioni.
Federico Bernardeschi 5: anche qui, è bene precisare che il giudizio si basa unicamente su una sola partita giocata, contro l’Irlanda, quando gli azzurri avevano già conquistato il primo posto nel girone. Ci si aspettava sfracelli da Bernardeschi ma, di fatto, ha deluso moltissimi in quell’ora giocata, sbagliando tutto quel che si poteva sbagliare. Nulla di grave, si rifarà.
Stefano Sturaro 6: anche lui poco gradito alla gran parte dei tifosi italiani, in realtà contro la Germania, lanciato nella mischia per necessità, ha risposto giocando un match di buon tenore, tenendo ottimamente il campo prima di crollare fisicamente e sfiorando quello che sarebbe stato il goal del momentaneo vantaggio. Male, come quasi tutti i compagni, contro l’Irlanda. Rimane una delle rare mezzali italiane, con ampi margini di crescita.
Eder 6,5: nei suoi confronti è stato spesso esercitata una critica davvero ingenerosa. Parliamo di un ragazzo che, sul campo, non si è mai risparmiato, spendendosi in un lavoro di grande sacrificio. Ma anche davanti ha fatto il suo, cercando sempre di creare scompiglio nelle aree di rigore avversarie e consentendo all’Italia di battere la Svezia con un goal capolavoro. Lo zampino ce lo ha messo anche nella sfida contro la Spagna: il goal di Chiellini contro la Spagna nasce da un suo tiro su calcio di punizione.

Graziano Pellè 7: questo è il voto più difficile da dare. Pesa l’errore dal dischetto di ieri contro la Germania, non certo per il gesto fatto prima di tirare che, per quanto criticabile sia, è meno pesante dell’esecuzione in sé, davvero da censura. Un tiraccio che gli costa mezzo voto in meno rispetto a quel che avrebbe meritato. Anche lui ha brillato per abnegazione e, tra l’altro, ha segnato anche due bei goal, da perfetto contropiedista. Difficile immaginare che la sua storia in azzurro continui, evitiamo però di gettargli addosso una croce che non merita.
Simone Zaza 5,5: un Europeo parzialmente da dimenticare per l’attaccante della Juventus, più volte invocato come il salvatore della patria. Subentrato all’esordio, dopo mezz’ora, contro il Belgio, ha fatto a sportellate con i difensori avversari, dando loro parecchi pensieri. Assolutamente anonima la sua partita contro l’Irlanda, dove spesso si è estraniato dal gioco. Il disastro, però, risale a ieri: entrato in campo negli ultimi secondi, con lo scopo di tirare uno dei rigori finali, la sua esecuzione ha avuto del tragicomico. Uno strano balletto seguito da un tiro davvero imbarazzante. Peccato.
Ciro Immobile 6: ha giocato poco eppure, le volte in cui è stato spedito in campo, si è fatto valere. Massimo impegno e qualche buon movimento, partecipando anche attivamente al secondo goal segnato dall’Italia, all’esordio, contro il Belgio. Conte lo ha preferito ad altri elementi più quotati e, viste le condizioni mostrate dall’attaccante napoletano, non ha poi fatto così male.
Lorenzo Insigne 6: sufficienza forse un po’ generosa, ma gli va riconosciuta la freddezza con cui, dal dischetto, ha aperto la lotteria dei rigori contro Neuer, portando sul momentaneo vantaggio gli azzurri. Contro l’Irlanda è stato il migliore in campo e tra i pochissimi a salvarsi, non ha impressionato negli oltre venti minuti visti contro la Germania. Non che fosse facile, ma ha gestito male il pallone quando avrebbe potuto farne ben altro.
Antonio Conte 9,5: nessuno avrebbe puntato un solo centesimo su questa Nazionale. Ed anzi, diciamola tutta, tanti erano pronti a puntare il dito contro il Ct, reo, probabilmente, di essere un vincente, oltre che uno poco incline al compromesso o al falso sorriso. Basti pensare a quel che è stato detto sul suo conto appena dopo l’ufficializzazione delle convocazioni. Conte ha preso un’accozzaglia di giocatori, per buona parte riserve nelle proprie squadre, e ne ha fatto una squadra dotata di grande organizzazione tattica e, soprattutto, di uno spirito di gruppo che, nell’Italia raramente si era visto. Avrebbe meritato anche di più ma, considerato che qualcuno non dava agli azzurri neppure la possibilità di superare il girone, i quarti di finale raggiunti e persi solo ai rigori rappresentano una medaglia da appuntare al petto. Le lacrime di Buffon e Barzagli nel post partita la dicono lunga sullo spirito che è stato capace di creare Conte: “C’era voglia di stare assieme“, ha detto il difensore. Non serve aggiungere altro. Grazie Conte, grazie di tutto.