Peggio di Mazzarri. Mancini ha salutato l’Inter dopo due anni disastrosi: a parlare sono i numeri, che rivalutano anche l’esperienza dell’attuale tecnico del Watford con il club nerazzurro. Mazzarri, infatti, aveva ereditato una squadra disastrosa che nel 2013 era fuori da tutte le competizioni europee, nell’anno precedente era arrivata al nono posto in classifica e aspettava una svolta generazionale per uno spogliatoio ridotto a polveriera.
Arriva Mazzarri e con una squadra mediocre conquista un ottimo 5° posto in serie A, riportando l’Inter in Europa League nel 2014 dopo una stagione giocata con Ranocchia capitano e Rolando a fare coppia con lui al centro della difesa, Jonathan e Nagatomo sulle fasce, Taider e Kuzmanovic a centrocampo, numerose presenze persino per Ruben Botta e Belfodil.
Con una squadra che con molti altri allenatori si sarebbe salvata a fatica, Mazzarri aveva realizzato un piccolo-grande miracolo ottenendo in 41 partite ufficiali tra campionato e Coppa Italia 17 vittorie, 15 pareggi e appena 9 sconfitte. Inspiegabilmente pubblico e società sono insoddisfatti e Mazzarri inizia a barcollare.
Dovrebbe “saltare” già in estate ma non si trova un sostituto e allora rimane da separato in casa. Mazzarri comunque inizia bene anche la seconda stagione all’Inter, in Europa League ottiene 4 vittorie e 2 pareggi nelle prime 6 partite, in campionato dopo 11 giornate ha 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, con 16 punti è al 9° posto ma con una classifica cortissima, ancora in piena corsa persino per la Champions League, ad appena 5 punti dal terzo posto, e i risultati ufficiali sono addirittura migliori dell’anno precedente: in 17 partite ufficiali, 8 vittorie, 6 pareggi e appena 3 sconfitte. Ma inspiegabilmente Mazzarri viene esonerato, e chiude la sua esperienza all’inter con una media di 1,66 punti a partita in 58 gare ufficiali.
La società sceglie quel Mancini che qualche anno prima all’Inter aveva vinto (solo in Italia), quando i nerazzurri giocavano il campionato praticamente da soli. Dal mercato arrivano stelle che Mazzarri aveva solo potuto sognare: subito Brozovic, Podolski e Shaqiri. Ma Mancini fa molto peggio del suo predecessore: la squadra conclude il campionato all’8° posto in classifica e viene disastrosamente eliminata dal Wolfsburg agli Ottavi di Finale di Europa League con due sconfitte (3-1 in Germania, 1-2 a San Siro), tornando al punto zero pre-Mazzarri che aveva riportato l’Inter in Europa. Mancini allena l’Inter in 35 partite ufficiali: 13 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte, uno dei peggiori risultati della storia dell’Inter.
L’estate scorsa viene costruita una squadra tutta nuova costruita intorno a lui: arrivano tanti campioni chiesti appositamente dal tecnico, si tratta di Miranda, Murillo, Montoya, Telles, Felipe Melo, Kondogbia, Biabiany, Jovetic, Perisic, Ljajic. L’obiettivo minimo è la Champions, ma con un organico così bisognerebbe competere anche per lo scudetto. E’ un vero e proprio squadrone, che in campionato parte bene soltanto grazie a super Handanovic che salva molte partite. La squadra non convince mai, gioca male, quando vince lo fa solo per 1-0 grazie ai miracoli del proprio portiere, e ovviamente a dicembre inizia il tracollo. Alla fine è fuori dalla Champions, la stagione si conclude con un 4° posto in classifica e un bilancio disastroso per Mancini che in 42 partite ufficiali ha racimolato 23 vittorie, 7 pareggi e 12 sconfitte.
Adesso Mancini ha salutato l’Inter con una media punti di 1,64 a partita in 77 gare ufficiali, ben inferiore rispetto a quella di Mazzarri, nonostante avesse a disposizione un organico ben più qualificato.
Un addio amaro quello tra l’Inter e Mancini. Adesso con Frank de Boer si può aprire una nuova era. La squadra non è male, ma bisogna partire nuovamente da zero. Come fu costretto Mazzarri tre anni fa.