Serie A, serve la riforma dei campionati: spettacolo osceno, “retrocesse contente” e troppe squadre senza obiettivi

La riforma dei campionati è davvero impellente per la nostra Serie A che continua inesorabilmente a perdere appeal ed anche qualità
CalcioWeb

La Serie A sta vivendo una stagione davvero anomala rispetto al recente passato. In vetta la Juve è sì davanti, ma non con un vantaggio enorme, ed alle sue spalle lo spettacolo è assicurato. Una bagarre davvero clamorosa per la zona Europa, cosa che però non si può certo dire per la zona retrocessione. Tre squadre al momento sembrano essere condannate, Pescara (7 punti), Crotone (6) e Palermo (6), sono staccate dal treno salvezza, ed al momento sembrano poter insidiare solo l’Empoli a quota 10. Va ricordato inoltre che il Pescara in realtà avrebbe 4 punti sul campo, a causa della nota vicenda Ragusa: 4 punti in 14 gare, bottino davvero magro. La verità è che stiamo parlando di rose non certo all’altezza della massima competizione italiana, ed inoltre negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare della questione paracadute e della riforma dei campionati.

La riforma dei campionati: la Serie A perde appeal

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

“Le riforme non possono più essere individuate come un fatto tecnocratico. Serve una specie di rating: se hai stadio, dirigenza, settore giovanile, capacità di indebitamento, incassi a breve compatibili, possibilità di fare mercato e impianto d’illuminazione, puoi giocare in Serie A. Altrimenti vai in un’altra categoria”: questo, secondo il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, è per sommi capi il testo della riforma che si profila. Il prodotto calcio non è appetibile al momento, avere una parte bassa della classifica così scontata non fa bene a nessuno, ed anche qui i dibattiti si sono moltiplicati nelle ultime ore. Si pensa infatti che i tre club sopracitati non siano “intristiti” dalla retrocessione, dato che il noto paracadute attutirebbe in maniera notevole l’impatto, anzi, spesso rappresenterebbe anche un guadagno in caso di società molto “piccole economicamente”. Il Palermo essendo in A da 3 stagioni prenderebbe ben 25 milioni di euro, Crotone e Pescara 10 milioni. Suona strano inoltre per le usanze della nostra Serie A, che nessuno dei tre club fanalini di coda, abbia esonerato il proprio allenatore.

Foto LaPresse - Spada
Foto LaPresse – Spada

Le soluzioni? Si torna da più parti a parlare di una diminuzione del numero di club in Serie A, portandolo a quota 18, ipotesi senz’altro molto sensata per evitare che già dopo 14 giornate diversi club siano praticamente senza obiettivi: troppo difficile l’Europa, troppo scarse lì dietro per rischiare la retrocessione, si attende la fine del torneo “in poltrona”. Alcuni hanno ipotizzato anche un torneo senza retrocessioni, ma tale ipotesi sembra essere poco gradita (per usare un eufemismo) dai club che verrebbero esclusi da questa sorta di campionato in stile Nba. Una cosa è certa qualcosa va fatta, la forbice di 26 punti dopo 14 giornate tra vetta e zona retrocessione è davvero clamorosa.