Ormai Gigi Del Neri può essere definito come un allenatore di grande esperienza che nel corso della sua carriera ha cambiato panchina diverse volte. L’ultima avventura lo ha portato, poco più di un mese fa, in un’Udinese reduce da un avvio di stagione molto negativo sotto la gestione Iachini. Con lui la squadra ha cominciato a fare punti pesanti, oltre a sciorinare un buonissimo gioco. Intanto il tecnico bianconero ha rilasciato un’intervista ai microfoni del ‘Messaggero Veneto’, nella quale ha toccato diversi argomenti legati alla sua lunga carriera. Come non ricordare la breve esperienza all’estero con il Porto, dopo la grande stagione con la sorpresa Chievo: “Il grosso della squadra arrivò al termine del ritiro perché era reduce dagli Europei. In rosa avevo dei giovani come Pepe, Quaresma e Ricardo Costa. Per me era necessario un ricambio. Io non mi adattai in maniera veloce, ma in quella stagione poi il Porto arrivò sesto e cambiò parecchi allenatori”. Nello stesso anno Del Neri è poi approdato alla Roma: “Davanti schieravo Totti, Cassano, Montella e Mancini. Segnarono 60 gol e posso solo ringraziarli. I problemi erano in difesa. Con me esordirono De Martino, Scurto, Corvia. Mi dimisi a marzo quando ero sesto, mica ultimo e commisi un errore che oggi non rifarei”.
Poi Del Neri ricorda la grande cavalcata Champions nella magica stagione con la Sampdoria: “Avremmo potuto lottare per il titolo quella stagione se non avessimo avuto un leggero calo a metà andata. Colpa di Cassano? Non lo feci giocare per cinque partite, la prima qui a Udine. Le vincemmo tutte. Avessi perso al Friuli sarei stato esonerato. La squadra guadagnò autostima e lui si mise a fare le cose giuste portandoci in Champions”. E quindi la Juventus, un’esperienza non certo positiva: “A posteriori forse fu un errore andarci visto che era un anno di transizione. Ma alla Juve non si può dire di no. A gennaio ero terzo, in linea con gli obiettivi. Poi si infortunò la coppia d’attacco Quagliarella-Iaquinta”. Infine Del Neri confida un suo grande rammarico a proposito di Di Natale, vicinissimo alla Juventus proprio con lui in panchina: “Era destino. Sei anni fa stava già sull’autostrada per Torino, poi all’ultimo momento cambiò idea. Vinse l’affetto che aveva per il Friuli e io lo capisco. Non credo sarebbe cambiata la mia storia alla Juve, è cambiata sicuramente quella dell’Udinese. E da tifoso ne sono felice”.