De Laurentiis “sminuisce” Higuain: il patron dimentica troppo in fretta

Al margine dei sorteggi di Champions League, De Laurentiis parla di Higuain e lo ripete ormai da tempo: "uno come lui limita la crescita degli altri"
CalcioWeb

L’urna di Nyon non è certo stata benevola con il Napoli di Maurizio Sarri. Gli azzurri sfideranno il Real Madrid nel doppio confronto valido per gli ottavi di finale di Champions League, un rischio che andava corso dopo aver chiuso brillantemente e al primo posto l’abbordabile Gruppo B. Al margine del sorteggio ha parlato il presidente Aurelio De Laurentiis che, incalzato dalla stampa, ha parlato anche di Gonzalo Higuain, accasatosi alla Juventus l’estate scorsa.

LaPresse/Daniele Badolato
LaPresse/Daniele Badolato

“Uno come lui limita la crescita degli altri”, ha detto ADL nelle dichiarazioni raccolte da ‘Gazzetta.it’. Una frase che di getto farebbe pensare ad una cessione per scelta tecnica ma che, ovviamente, si presta a svariate interpretazioni: il patron partenopeo mira forse a sminuire i 94 milioni di euro incassati da una clausola rescissoria creata ad hoc per guadagnare? O si tratta di minimizzare l’indiscutibile valore intrinseco del giocatore? E’ difficile pensare che uno come Gonzalo Higuain possa limitare la crescita, per esempio, di Paulo Dybala; risulta certo meno difficile pensare che possa limitare la crescita, ancora per esempio, di Dries Mertens: ma i confronti sul valore dei calciatori sono antipatici e vanno fatti considerando dei parametri che vanno oltre i numeri.

“Chapeau a Sarri per il lavoro fatto: parliamoci chiaro, abbiamo solo un punto in meno dello scorso anno e quattro gol in più. Inoltre, Mertens sta dimostrando di fare bene anche nel ruolo di prima punta”, ha continuato De Laurentiis. Una disamina parzialmente veritiera considerando l’attuale posizione di classifica rispetto a quella dello scorso anno: il Napoli è al quarto posto mentre, durante la scorsa stagione si apprestava a strappare il primato all’Inter diventando Campione d’Inverno. Non si vince con un solo calciatore e da un solo giocatore una squadra non può prescindere: analisi più che corretta. Ma è anche alquanto difficile pensare come quel nutrito gruppo di calciatori, che per la maggior parte degli esperti gioca il miglior calcio d’Italia, sia stato negativamente influenzato dall’uomo in questione che addirittura (e con i suoi 36 gol?) ne avrebbe limitato la crescita.