Motta: “fuori rosa alla Juve? ho accettato la scelta da professionista”

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L’ex terzino della Juventus Marco Motta, appena svincolatosi dal Charlton, è in cerca di una nuova avventura

L’ex giocatore della Juventus, Marco Motta, dopo aver lasciato il club bianconero nel febbraio del 2015, ha giocato per un breve periodo prima al Watford e poi fino allo scorso maggio al Charlton.

Qui di seguito riportiamo l’intervista rilasciata dal terzino 30enne a Juvenews.eu sulla sua carriera passata e sui suoi piani per il futuro:

Motta, attualmente è senza squadra. Ha ricevuto delle offerte in questi mesi? “No guarda, onestamente ho avuto qualche proposta ma molto spesso un po’ troppo esotica e di conseguenza ho preferito aspettare, rifiutando buone offerte economiche, per accettare qualcosa di meglio dal punto di vista calcistico. Vorrei restare ancora nel calcio che conta”.

In Italia nessuno non si è fatto vivo? “Al momento c’è stata solo qualche chiacchiera, ma nessun contratto da sottoscrivere”.

Da squadra di Serie A o B? “Ho avuto contatti con squadre di Serie A”

Com’è andata l’esperienza in Inghilterra?Devo dire la verità: al Watford è andata molto bene, mi sono trovato davvero benissimo e solo per un malinteso non si è andati avanti. Conosco bene Pozzo, l’ho avuto anche come Presidente all’Udinese…ma a volte la vita a è strana. Ho deciso di restare a vivere a Londra, dove è nato anche mio figlio e poi ho avuto un’offerta da parte del Charlton e l’ho accettata nonostante si trattasse solo di pochi mesi”.

Ha rimpianti per come è andata alla Juventus? “Io nella vita sono sempre abituato a guardare il bicchiere mezzo pieno e ovunque sono andato ho sempre cercato di fare il massimo. Arrivavo dalla Roma, dopo due buone stagioni e arrivavo in una Juventus che era in ripartenza, dopo molti allenatori cambiati e i risultati non erano quelli sperati. In questa cosa la responsabilità è di tutti, mia compresa. Mi è dispiaciuto, poi, di non aver avuto la possibilità di poter dimostrare il mio valore. Ripeto, guardo il bicchiere mezzo pieno, la Juventus mi ha insegnato molto dal punto di vista umano e sportivo e sono pronto e ora sono pronto e carico per ripartire”.

Come mai ad un certo punto è stato messo fuori rosa alla Juventus? “Queste sono situazioni particolari…onestamente dal canto mio nulla. Erano state fatte delle scelte e io da professionista quale sono le ho accettate visto che venivo stipendiato”.

Immagino che sia una cosa che l’ha fatta restare male visto che alla base non c’erano problemi disciplinari: “Secondo me queste sono situazioni che non dovrebbero proprio esistere. Un conto è se uno si comporta male, allora prende una multa e viene messo fuori rosa. Nel mio caso, però, non era niente di tutto ciò ma ormai appartiene al passato e guardo avanti”.

Fa il tifo per qualche squadra? “Quando arrivi a giocare a certi livelli il tifo non conta più: tifi per la maglia che indossi in quel momento. Diciamo che quando ero piccolo ho iniziato a giocare nell’Atalanta a 7 anni e dunque simpatizzo un po’ per i nerazzurri e poi c’è stata l’influenza di mio fratello, milanista sfegatato, che adorava il Milan degli olandesi”.

Immagino abbia voglia di rimettersi in gioco già da gennaio…“Se potessi anche già oggi (ride; ndr). Da gennaio conto di rimettermi in gioco, si tratta solo di fare la scelta giusta e che ci sia un club disposto a puntare su di me”.

Preferirebbe in Serie A o all’estero? “Io amo la Serie A ma non ho preclusioni per giocare in Francia, Spagna, Inghilterra e Germania. Se sarà in Italia sarò contento ma se sarà altrove andrà bene uguale”.

Ha un allenatore in particolare che le è rimasto nel cuore e qualche suo ex compagno di squadra con cui è ancora in contatto? “Difficile fare nomi, ho avuto tanti mister bravi. Delio Rossi, ad esempio, ricopre un ruolo importante nella mia carriera e gli sarò sempre grato. Spalletti mi ha insegnato molto, mi ha voluto a Udine e a Roma e anche Conte, nonostante abbia giocato pochissimo mi è stato utile nel mio processo di crescita. Poi sono affezionato molto ad Antonio Rocca perché mi ha preso da ragazzino e mi ha fatto diventare capitano in tutte le nazionali azzurre. Per quanto riguarda i compagni di squadra ho sempre cercato di aver un buon rapporto con tutti, sono fatto così. Poi on qualcuno c’era un grande rapporto, con altri meno ma credo sia normale. Posso dire che con Marchisio ho condiviso tantissime esperienze nelle varie nazionali e anche quando giocavamo contro”.

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