Prandelli amaro: “A Valencia umiliato. Ho valutato offerte dalla Cina”

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Cesare Prandelli si sfoga riguardo la pessima esperienza a Valencia, poi parla della Fiorentina: “la mia esperienza più bella, non me ne sarei andato”

Lascia la nave dopo pochi mesi, ma le sue motivazioni sono precise e puntuali: Cesare Prandelli torna a parlare del suo addio al Valencia. “A Valencia mi sono sentito umiliato, perciò me ne sono andato”, dice ai microfoni di ‘Premium Sport’. “Quando sono mancati i presupposti per lavorare con trasparenza mi sono sentito umiliato: mi hanno chiesto di fare l’allenatore e il dirigente, senza poi darmene la reale possibilità“.

Il suo primo desiderio era portare in Spagna le’x juventino Simone Zaza. “Avevamo concordato che la priorità era l’acquisto di Zaza, con cui era tutto chiuso, e non ho potuto accettare il fatto che il presidente, dopo 20 giorni in cui eravamo d’accordo, mi fosse venuto a chiedere se volevamo un centrocampista. Come a voler ricominciare da zero”, spiega. “Mi sono sentito umiliato e ho preferito rescindere un contratto di un anno e sei mesi: con questi soldi risparmiati magari ora possono fare mercato, visto che hanno problemi di fair play finanziario”.

Poi Zaza, dopo la mia rescissione, è arrivato lo stesso: penso che abbia le possibilità per fare bene. Il progetto Valencia  era intrigante, ma in passato hanno fatto degli errori: hanno pagato cari dei giocatori e pensano che essendo la quarta squadra per monte ingaggi, di conseguenza dovrebbero arrivare quarti in classifica. Il loro è un approccio economico, non tecnico. Il calcio non è così”, conclude, poi parla del suo accostamento alla Fiorentina. “Ho sempre detto che se fosse stato per me non me ne sarai mai andato, è stata la mia esperienza più bella. Non aggiungo altro però altrimenti si possono innescare polemiche. La Cina? Un’offerta mi è arrivata e l’ho anche valutata. Adesso però non ci penso, andare lì sarebbe come staccare definitivamente”.

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