L’ad dell’Inter Antonello a 360°: gli obiettivi del club, il mercato e le strategie di Suning

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L’ad dell’Inter, Alessandro Antonello, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’ in cui molti temi riguardanti il club nerazzurro a cominciare dal progetto che l’Inter sta perseguendo per questa stagione:  “La crescita deve essere organica dal punto di vista commerciale per arrivare a una ‘destagionalizzazione’ dei risultati. Come per il Manchester United: se un anno non centra l’obiettivo non è un dramma, perché la struttura è solida. Il ritorno in Champions produce un ritorno economico e spinge il marchio Inter”.

Su Zhang: “Zhang è un uomo di grande personalità, leadership e forza. Sposta l’asticella sempre verso l’alto. Ti spinge a sognare, a volare alto. E poi la famiglia Zhang si inserisce nel solco delle grandi dinastie nerazzurre, con Moratti in questo senso c’è una continuità molto forte”.

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Sulla possibilità di tornare a comprare campioni tipo Messi e Cristiano Ronaldo“Ogni tifoso vuole sognare, però non possiamo farci trascinare dall’emozione ma rispettare i piani strategici che ci siamo fissati. Il sogno per noi continua e vogliamo riportare l’Inter in Europa. Chi non vorrebbe Messi? Poi però se l’Uefa ci esclude dalle coppe diventa un effetto boomerang”.

Sui dubbi che serpeggiano in merito a Suning circa le sue possibilità di investimento, Antonello afferma: “Non abbiamo mai vissuto una situazione di chiusura e mai Suning è stata in una black list. C’è stato un rallentamento, questo sì, che il governo cinese ha imposto per difendere la propria valuta. Ciò significa più controlli ed è inevitabile un rallentamento. Suning però sta facendo tutti gli investimenti necessari per riportare l’Inter in alto. Suning fattura 53 miliardi di dollari l’anno, ha 250 milioni di persone registrate online. L’Inter può sfruttare questa base, con una crescita organica. Il mercato del calcio cinese ha bisogno di tempo per maturare”.

Infine il capitolo San Siro:  “Con il Milan siamo avversari in campo, ma collaboriamo fuori. Dobbiamo vedere come proseguire nella gestione dell’impianto. San Siro è casa nostra. Il futuro dello stadio sarà al centro dell’incontro del 5 febbraio tra noi, il Milan e il Comune. San Siro deve vivere tutti i giorni, non solo la domenica. Le aree hospitality devono passare dal 4% attuale al 14%. La capienza scendere a 60 mila. Parliamo di un investimento da circa 150 milioni. Centro sportivo? Siamo ancora alle fasi preliminari ma un nuovo centro sportivo rimane un progetto strategico. Tutti i grandi club europei hanno centri sportivi all’avanguardia”.