La lotta al razzismo di Kevin Prince Boateng è sempre stata supportata da fatti concreti. Nel 2013 fece scalpore quando decise di lasciare il campo durante un’amichevole tra il Milan e la Pro Patria per protestare contro chi lo insultata con ululati di chiaro stampo razzista. In questi cinque anni poi ha continuato la sua battaglia proponendo il daspo per chi, dentro lo stadio, si macchia di insulti razziali. L’attuale centrocampista dell’Eintracht Francoforte, ora, ha voluto dire la sua anche per la pubblicità con della nota azienda d’abbigliamento H&M nella quale un bambino di colore indossa una felpa con la scritta “Coolest monkey in the jungle”, vale a dire “La scimmia più cool della giungla”: “Tremavo dalla rabbia quando ho visto quella pubblicità. Sono arrabbiato e triste che capitino cose del genere. Che un’azienda così importante faccia, seppur involontariamente, un simile errore è molto triste. E che nessuno mi dica che non ha a che fare con il razzismo. Mi fa male, sono stato chiamato “scimmia” fin troppe volte. Le scuse non bastano – continua Boateng –. Un errore del genere non deve capitare”.
Anche il recente caso Matuidi ha toccato il ghanese: “Soffro per Blaise. È stato insultato per il colore della pelle. Pensate come ci si possa sentire. Quel che è triste è che al massimo, per casi come questo, vengono inflitte multe di 20.000 euro alle società. È ridicolo. Soffro con lui, ho chiesto il suo numero per poterlo chiamare. Dobbiamo fare fronte comune e andare contro queste cose. Siamo tutti sulla stessa barca”.