“Non so dove festeggero’ perche’ in casa comandano le donne, decideranno mia moglie e i bambini. Intanto contro il Crotone la squadra mi ha fatto un bel regalo ma la strada e’ ancora lunga, ora si godano questa settimana di riposo: e’ un gruppo che lavora bene e mi da’ tanto, speriamo non perdano questa caratteristica”. Gennaro Gattuso spegnera’ domani 40 candeline e lo fara’ col sorriso in viso dopo la vittoria di sabato, nell’ultima uscita prima della sosta. Intervistato da “Premium Sport”, il tecnico rossonero ripercorre gli ultimi compleanni a cifre tonde, dai Rangers a 20 anni (“vivevo un sogno perche’ da ragazzino giocavo in una squadra con campioni come Laudrup e Gascoigne, in uno stadio incredibile, davanti a 50.000 spettatori”) ai successi con il Milan e la Nazionale. “Ma nella vita mi sono goduto poco le vittorie, ho sempre pensato solo a migliorarmi”, assicura l’ex centrocampista, che in rossonero ha vissuto i suoi anni migliori al fianco di giocatori come Kaka’ (“Dall’esterno dava l’immagine di un ragazzo tranquillo ma e’ uno simpatico e che sa stare al gioco”) e Inzaghi (“Cutrone e’ acerbo ma assomiglia a Pippo, ha le sue stesse movenze e il suo stesso veleno”) e agli ordini di Ancelotti. “Per me non e’ stato solo un allenatore ma anche fratello, amico e papa’: e’ stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, tuttora abbiamo un rapporto incredibile”. Nel 2012 arriva l’addio al Milan (“decisione mia, pensavo che fosse finita un’epoca e bisognasse lasciare spazio ai giovani. Non volevo essere un peso”), quindi l’inizio di una nuova carriera da allenatore.
“Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po’ in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli – confessa Gattuso – Allegri? Si fa scivolare tutto addosso, puo’ perdere anche 15 giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi e’ completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perche’ era il mio capitano al Perugia e pensava solo a se stesso, non aveva regole. Da tecnico e’ molto credibile”. Gattuso sta cercando di dare una sterzata alla difficile stagione rossonera, “sto gestendo i giocatori per cercare di coinvolgerli tutti, serve dare minutaggio a tutti. L’importante e’ lavorare sul concetto di squadra, conoscere le proprie debolezze per migliorarsi. Le prospettive? Difficile non guardare la classifica ma il lavoro ci portera’ a migliorarla. Non punto in particolare su un giocatore ma sulla squadra: quando c’erano Maldini e Nesta potevamo anche permetterci Cafu e Serginho, oggi no e quindi dobbiamo giocare da squadra, mi auguro questo”. (ITALPRESS).