Il Torino si affida a Walter Mazzarri per il post Mihajlovic, un’era ricca di aspettative ma avara di risultati quella del buon Sinisa. Adesso però la scelta della società di virare sull’ex Watford convince davvero poco, per diversi motivi. Innanzi tutto sotto il punto di vista del progetto tecnico sembra un passo indietro anzichè in avanti. Di Mazzarri tutto si può dire tranne che sia un innovatore, anzi, si tratta di un tecnico molto conservativo e non certo moderno nel suo modo di vedere il calcio. Sarebbe stato più adatto ad un nuovo corso granata un tecnico in rampa di lancio, con idee al passo coi tempi e spunti tattici in continua evoluzione. Il Torino ha puntato sin dal suo ritorno in Serie A su un calcio propositivo, offensivo, bello a vedersi. La scelta di Mazzarri dice tutt’altro. Il suo atteggiamento (qualora non cambiasse rispetto al passato) inoltre darà una “faccia” al Toro non certo simpatica, i continui piagnistei avevano davvero stancato anche i tifosi dell’Inter.
Secondo dubbio, quello relativo al modulo. Mazzarri da che mondo è mondo ha sempre giocato a 3 dietro e questa rosa non è costruita per farlo. I centrali sono pochi e sopratutto tutti abituati a giocare a 4 nei propri trascorsi, mancano esterni a tutta fascia sopratutto a sinistra dove Molinaro non ha certo la fase di spinta di Ghoulam per citarne uno. Intendiamoci, ci sono buone possibilità che Mazzarri migliori quanto fatto da Mihajlovic, anzi, far peggio con questa rosa di livello sembra complicato. Di certo il nuovo tecnico saprà dare solidità alla squadra, ma sembra di rivedere un po’ ciò che ha fatto Ballardini al Genoa. Inquadrerà sì la squadra, la farà girare nell’immediato, ma è davvero un passo avanti nel progetto del Torino? Quest’idea di calcio antica e demodè porterà i granata ad affacciarsi con costanza (contratto sino al 2020) alle posizioni europee? A noi sembra una brusca frenata, ma solo il tempo darà le risposte del caso.