Intervenuto a margine della presentazione di Falcinelli e Dabo, i due acquisti della Fiorentina nel mercati di gennaio appena concluso, il dg dei viola, Pantaleo Corvino, ha fatto un punto sul suo lavoro spiegando ai tifosi il progetto dei Della Valle: “Siamo arrivati alla fine del mercato di gennaio, che è molto complicato oltre che avaro in termini di risorse per arricchire l’organico o una squadra titolare. Con Falcinelli e Dabo pensiamo di aver fatto del nostro meglio per rinforzare la rosa. Speriamo che possano essere in grado di farlo, perché arrivare a stagione iniziata non è semplice. Detto questo, siamo convinti di aver preso due ragazzi dalle capacità importanti”.
Questo mercato per la Fiorentina si è chiuso con un attivo di 8 milioni: “Non ho pensato ad impoverire la squadra. Tutto quello che abbiamo fatto fino ad adesso non è figlio del mercato di gennaio, ma di ciò che abbiamo fatto da quando sono tornato qui a Firenze. La città mi ha chiesto chiarezza da subito e io l’ho data. Il nostro obiettivo era quello di ripianare un certo debito e di alleggerire il monte ingaggi, perché una società che fattura 85 milioni non può pagarne 70 di stipendi. Ci siamo messi a lavoro per questo, delle volte siamo andati bene, altre no. Mi sento fiero da un lato, perché dai 40 milioni in rosso siamo passati ad un attivo che ci permette di poter comprare senza dover vendere. Una parte di ciò che abbiamo incassato verrà speso per le strutture del settore giovanile, che è tornato a fare una finale Scudetto. Poi mi sento anche deluso dal fatto di non essere riuscito ad unire l’ambiente, nonostante i miei sforzi”.
Sul clima pesante dopo la sconfitta contro il Verona: “Ho denunciato un clima non facile intorno alla squadra? Domenica ci ho messo la faccia per chiedere scusa a nome di tutti. Mi è stato chiesto come si facesse a lavorare a certe condizioni e io ho semplicemente risposto. Mi sono permesso soltanto di dire quanto mi dispiacesse lavorare in un clima così difficile, ma poi le mie parole sono state fraintese e mal interpretate. Se non riesco a comunicare questo la colpa è mia”.
Infine spiega la linea della società che, da quando è arrivato, è sempre stata la stessa: “Mi è stato detto che sto lavorando come se fossi ancora a Lecce. Ad oggi, se non si rispetta certi parametri, la società rischia il fallimento. E i Della valle vogliono impostare la Fiorentina come un’azienda sana, che rispetti i conti. Babacar non aveva un progetto tecnico che giustificasse il suo ingaggio, Hagi lo stesso. Questo il ragionamento fatto per quanto riguarda le uscite. Noi bisogna prendere esempio da Atalanta e Sampdoria? Questa è una stortura. Se vado ad analizzare i punti fatti dai Della valle in questi anni di presidenza, questi sono decisamente maggiori rispetto alle squadre citate. Il nostro settore giovanile è uno dei migliori in Italia e ci ha garantito anche dei guadagni con le cessioni dei vari Bernardeschi e Babacar”