Fernando Couto, fisicità e grinta al servizio della Lazio di Eriksson

Tutto su Fernando Couto, difensore di origini lusitane che è diventato un simbolo del calcio italiano negli anni Novanta

CalcioWeb

Chi tifa Lazio da qualche decennio sa perfettamente come ci sono dei giocatori che hanno scritto la storia di un club e sono rimasti con la stessa maglietta per tanti anni, mentre altri hanno comunque lasciato un segno tangibile della loro presenza, anche se la loro permanenza è stata molto più ristretta. In quest’ultima categoria si può tranquillamente inserire Fernando Couto, difensore di origini lusitane che è diventato un simbolo del calcio italiano negli anni Novanta. Un viso angelico, una chioma particolarmente folta e riccioluta, ma gli attaccanti non si facevano certo ingannare da tali caratteristiche, dal momento che poi in campo il difensore portoghese si trasformava letteralmente in un difensore spigoloso, con un temperamento focoso e una grinta fuori dal comune.

Couto arriva alla Lazio dopo l’esperienza estremamente felice con la maglia del Parma, dove raggiunge il secondo posto in campionato, ma poi fa l’exploit in Europa, battendo la Juventus e mettendo le mani sulla Coppa UEFA. Per gli amanti dei pronostici, Parma e Lazio erano davvero le regine delle scommesse online di quegli anni di strapotere economico ma allo stesso tempo anche illusori.

L’arrivo alla Lazio nel 1998

Già con la maglia del Parma aveva impressionato tutti con le sue doti difensive e la sua durezza nei contrasti con gli avversari, poi l’esperienza al Barcellona ha permesso di arricchire notevolmente la sua personale bacheca. La chiamata dalla società capitolina arriva, però, nel 1998, quando il club guidato allora da Sergio Cragnotti riuscì a chiudere in poco tempo la trattativa con i blaugrana.

Un acquisto più che azzeccato, dal momento che Fernando Couto, nel giro di poche partite, riesce ad affermarsi come uno degli idoli dei tifosi. Non c’è dubbio che il portoghese si possa inserire tra le bandiere della formazione biancoceleste, riuscendo ad affermarsi subito come titolare in mezzo alla difesa dei biancocelesti. Curioso il fatto che in quell’estate, la campagna acquisti di Cragnotti portò in dote il suo arrivo in compagnia di un centrocampista spagnolo, ovvero Ivan De La Pena, che però non ebbe altrettanta fortuna alla Lazio. Un’altra piccola curiosità: in quegli anni, i nuovi acquisti della formazione biancoceleste venivano trasportati dall’Acquacetosa, dove svolgevano le visite mediche, al centro sportivo di Formello, utilizzando una Lancia K.

Ebbene, in quella giornata ad aspettare Couto e De La Pena c’erano così tante persone che l’auto su cui viaggiava il portoghese si dovette fermare. Il difensore lusitano, stanco di vedere la macchina impossibilitata a muoversi, decise di scendere e di farsi largo in mezzo ai tifosi, in maniera tale da poter arrivare al campo in cui si sarebbe svolto di lì a poco l’allenamento in maniera repentina.

Il lusitano uno dei difensori più forti della Serie A

Non è certo un’eresia definire Fernando Couto come uno dei migliori difensori di quell’epoca. In modo particolare, tornò in Italia in una fase eccezionale per la formazione biancoceleste. Guidata da Eriksson in panchina, la Lazio vinse il tricolore, ma anche una Coppa Italia, ben due Supercoppe Italiane, ma pure la Coppa delle Coppe nella stagione 1998/99, oltre che la SuperCoppa Europea, battendo il Manchester United.

Couto non si fa mancare proprio nulla nella sua esperienza nella capitale, apprezzando notevolmente la vita notturna in quel di Roma, ma anche le attenzioni delle tifose, completamente impazzite per il riccioluto portoghese. Il problema è che, molto probabilmente, anche la vita un po’ sregolata fuori dal campo comincia a riflettersi sul suo comportamento, sempre più impulsivo, in campo con gli avversari, ma anche con compagni e pure tifosi. Basti pensare all’allenamento in cui fu protagonista di un intervento durissimo ai danni del suo compagno di gioco, e di nazionale, Sergio Conceiçao.

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