“Sciopero? Sto cercando di evitarlo ma si sappia che se un giorno qualcuno arriva al campo e non trova l’arbitro non rimanga sorpreso, le sezioni non ce la fanno più. La situazione interna è drammatica, non ci si rende conto dei pericoli e delle necessità del mondo arbitrale. Purtroppo le cose si vanno di giorno in giorno aggravando, mentre c’è una serie di cose da miglior ci si preoccupa del 2% della nostra rappresentanza in consiglio federale e alle elezioni federali, la cosa è incredibile e dal punto di vista nostro imbarazzante”. E’ lo sfogo del presidente dell’Associazione italiana arbitri ai microfoni di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radio1.
“All’estero in Spagna, Germania e Inghilterra, gli arbitri partecipano alle elezioni del presidente federale. Nell’Aia c’è una parte tecnica che va in campo e una politica che sono i dirigenti che sono eletti. Vogliono indebolire il peso politico degli arbitri? Questo vuol dire minare la nostra partecipazione, l’indipendenza, la terzietà: potrebbe essere l’inizio di una nuova calciopoli -prosegue il n.1 dell’Aia-. Il 2% è una attribuzione residuale che inorgoglisce il lavoro del nostro movimento ma non cambia gli equilibri del contesto federale”.
“Il nesso con Calciopoli è che qualcuno vuole mettere le mani sugli arbitri. Significherebbe che ognuno poi direbbe la sua nel modo di designare, nella crescita e nell’organizzazione. Noi oggi siamo bravi perché siamo autonomi e terzi. Oggi gli arbitri sono una garanzia per tutti, c’è una trasparenza e un lavoro riconosciuto. L’arbitro deve votare, è un principio democratico; dove sta scritto che non dobbiamo esercitare un diritto democratico”, conclude Nicchi.
(AdnKronos)