Viola firma l’impresa del Benevento a San Siro, Barillà trascina il Parma verso la Serie A: i gioielli della Reggina continuano a brillare

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La Reggina Calcio non c’è più, con il fallimento del 2015 s’è conclusa l’ultima grande favola del Sud nel calcio italiano: adesso ci sta riprovando il Crotone, ma per arrivare ai successi amaranto con 18 anni consecutivi tra serie A e serie B, amichevoli di lusso con il Real Madrid e vittorie spettacolari contro tutte le big del calcio italiano bisognerà faticare ancora moltissimo.

Quella Reggina, però, ha seminato talmente tanto e talmente bene che ancora oggi i suoi gioielli migliori continuano a brillare nel calcio che conta. E sono tutti calciatori di Reggio Calabria: il simbolo di centinaia di ragazzi che il glorioso club guidato da Lillo Foti strappava dalle grinfie della criminalità organizzata togliendoli dalla strada e insegnandogli l’arte del pallone. Il Centro Sportivo Sant’Agata era una straordinaria fucina di talenti, e l’ultima generazione è certamente quella venuta fuori meglio.

In quei campi attaccati all’Aeroporto dello Stretto, che oggi rischia di chiudere in una città mai così degradata, è nato uno dei Campioni del Mondo del 2006: Simone Perrotta tesserato dalla Reggina nel 1990 ad appena 13 anni. A Reggio Calabria Perrotta ha imparato tutto, dal calcio alla vita. Con la maglia amaranto ha giocato in tutte le categorie, dai Giovanissimi alla Primavera, e nel 1995 ha esordito tra i professionisti contro il Chievo Verona in serie B. Tre stagioni, 77 partite ufficiali e un gol prima di decollare verso la Juventus nel 1998.

Oggi la stella più grande di quella Reggina in serie A è Simone Missiroli, reggino purosangue e una carriera da incorniciare. Con la maglia della Reggina ha giocato 168 partite siglando 24 reti, e aveva ancora 18 anni quando con il club amaranto esordì in serie A (nel 2005). A 31 anni può già vantare 219 partite (con 11 gol e 12 assist) in serie A, 170 partite (con 28 gol e 21 assist) in serie B.

Più giovane di tre anni, Nicolas Viola è altrettanto talentuoso. Con la Reggina, dopo tutta la trafila del vivaio sin da bambino, aveva esordito a 18 anni in Coppa Italia contro l’Inter in quel San Siro in cui ieri sera ha firmato l’impresa del Benevento con l’assist decisivo per la rete di Iemmello. Con la maglia della Reggina tra serie A e serie B ha giocato 75 volte realizzando 13 reti. A 28 anni, può già vantare 208 presenze (con 23 reti e 28 assist) in serie B, ma anche 32 presenze (con 1 gol e 5 assist) in serie A. Questa è la sua stagione migliore nella massima serie, in cui ha realizzato appunto il gol e i 5 assist appena citati.

Poi c’è Nino Barillà, Reggino di catona. 30 anni, cuore amaranto, ha esordito in serie A nel 2006 ad appena 18 anni e nel 2009 segna il suo primo gol in serie A contro la Juventus facendo impazzire il Granillo. Con la Reggina ha giocato 189 partite, segnando 13 reti e fornendo 12 assist ai compagni. In stagione vanta 38 presenze (con un gol) in serie A, ma soprattutto 270 presenze (con 23 reti e 20 assist) in serie B, e con la doppietta di ieri festeggiata al Tardini con i due figli, sta trascinando gli emiliani alla promozione in serie A.

E attenzione che non è finita qui: ci sono tanti altri giovanissimi lanciati dalla Reggina nel calcio che conta. C’è il difensore centrale Mauro Coppolaro, 21 anni, alla seconda stagione da titolare in serie B (adesso al Brscia, l’anno scorso al Latina) in prestito dall’Udinese. Con la Reggina aveva esordito in serie B a 17 anni, e adesso è già a 47 presenze in carriera nella serie cadetta.

Sono i semi di una Reggina che non c’è più, ma che un giorno, magari, tornerà grande com’è stata fino a pochi anni fa incantando l’Italia intera dal profondo Sud del Paese.

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