Figc, “progetto rete!”: sabato e domenica fase finale a Coverciano

CalcioWeb

Il calcio come catalizzatore sociale. È questo il principio da cui nasce e attraverso il quale si sviluppa il Progetto Rete!, promosso dalla Figc e dal Settore Giovanile e Scolastico con il sostegno di Eni e Puma. Dal 2015, l’iniziativa, che si rivolge ai minori stranieri non accompagnati residenti nei centri SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) italiani, non ha cambiato formula e spirito: un torneo per favorire l’attività sportiva giovanile e, contemporaneamente, i processi di inclusione e di interazione interculturale, in pieno contrasto a qualsiasi tipo di discriminazione.

“Per i ragazzi lo sport è uno strumento di integrazione unico”, racconta Antonella Di Lollo, responsabile della struttura d’accoglienza di Cerro a Volturno (Isernia), che ospita una delle sei compagini qualificatesi per la fase finale dell’edizione 2018, prevista fra il 12 e il 13 maggio al Centro Tecnico di Coverciano. “La possibilità di partecipare a Rete! ha creato entusiasmo -continua- e, in breve tempo, a una quindicina di ragazzi di origine africana si è aggiunto un nutrito numero di teenager locali, che ha trasformato il campo comunale in un nuovo punto di aggregazione. Si è creata un’atmosfera unica ed è stato bello vedere che molti di loro, dopo gli allenamenti, si incontravano per mangiare una pizza o per tifare la squadra del paese, altro segno di cooperazione fattiva e di coesione con l’ambiente in cui ora vivono”.

Un segnale di positività e di crescita confermato anche dai numeri
(circa centocinquanta partecipanti in più rispetto al 2017, per un totale che si attesta intorno alle 550 unità) e dai dati raccolti dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, partner scientifico fin dagli albori del programma, attraverso specifici questionari anonimi, atti a valutare il livello di benessere nei giovani coinvolti.

(AdnKronos)