Dopo la conclusione del processo per le plusvalenze fittizie, l’avvocato Marco De Luca, legale del Chievo Verona, ha dichiarato ai cronisti: “Abbiamo posto le nostre ragioni anticipate con una memoria molto documentata facendo presente che le contestazioni della Procura federale sono totalmente infondate. Per i calcoli e per i valori dei giocatori, la Procura federale fa riferimento a certi siti internet e valori che sono decisamente sbagliati per tutte le transazioni negli ultimi anni. Non vedo perché le abbia potute prendere a riferimento. Valori per ragazzi sotto i 15-16 anni sono valori soggettivi, non oggettivi“.
De Luca, facendo riferimento alla Covisoc ha poi osservato che la Commissione “entra sempre nel merito e anche quest’anno ha ammesso al campionato il Chievo ritenendo assolutamente regolare la sua posizione a bilancio e gestionale. Più alte sono le richieste e più infondate le ragioni che si portano, questo per fare pressione sui giudici“. Poi la società clivense ha provveduto a chiedere l’improcedibilità del processo per un difetto di forma: “Qui c’è un dato di fondo: che il deferimento non è firmato dal Procuratore federale. Questo è un punto fondamentale sul quale avremo le nostre ragioni in questo processo, altrimenti in sede di appello. Il deferimento è firmato da aggiunti, che non sono titolati secondo il Codice di giustizia sportiva a firmare i deferimenti a meno che ci sia un caso di impedimento. Oggi ci hanno detto che l’impedimento c’è perché era in ferie, il Procuratore era al mare?“. Infine De Luca ha risposto così a un cronista di Striscia la Notizia, presente tra i cronisti: “Non è mica colpa mia se questa è la giustizia sportiva. Ma glielo diamo un bel tapiro alla Procura?“.