I più grandi e attesi bomber della Serie A sono ancora a secco dopo tre giornate di campionato: un dato abbastanza inatteso che fa scalpore e porta alla disperazione tutti quei fanta-giocatori che nell’asta d’inizio stagione hanno speso centinaia di fanta-milioni per acquistare Cristiano Ronaldo, Higuain e Icardi. I bomber di Juventus, Milan e Inter non hanno segnato neanche un gol nelle prime tre partite di campionato (anche se in realtà il Milan ne ha giocate due, e anche Icardi è stato costretto ai box ieri a Bologna per un infortunio). Tutte le altre principali prime punte della Serie A sono andate a segno (due reti per Mandzukic e Pavoletti, una per Dzeko, Milik, Immobile, Belotti, Cutrone, Inglese, Simeone e Piatek, molti dei quali ancora con due partite alle spalle e la terza da disputare stasera). Ovviamente è ancora presto per tracciare un quadro della classifica marcatori, ma alcune riflessioni sorgono spontanee.
Il primo gol di Cristiano Ronaldo alla Juventus diventa un’ossessione?

Il dato che fa più rumore di tutti è quello di Cristiano Ronaldo, ancora a secco dopo tre partite, nonostante la Juventus non abbia avuto un avvio di stagione difficile, affrontando Chievo Verona, Lazio e Parma. Ma su CR7 bisogna fare alcune riflessioni. Innanzitutto non è arrivato alla Juventus per vincere la classifica marcatori: l’obiettivo è portare la squadra bianconera sul tetto del mondo vincendo la Champions League.

Per Cristiano Ronaldo si tratta di una nuova squadra con un nuovo campionato, un nuovo ambiente, una nuova città, un nuovo allenatore e nuovi avversari dopo 9 stagioni consecutive al Real Madrid in Spagna, dove conosceva tutti i segreti di compagni e rivali. Eppure nel primo anno al Real aveva segnato 26 gol in campionato: arrivava dal Manchester United dove, in Inghilterra, al massimo era arrivato a 31 reti stagionali in Premier League.

In Spagna poi con la maglia del Real ha battuto tutti i record segnando 46 gol nella Liga 2012 e addirittura 48 gol nella Liga 2015, ma i numeri erano calati sensibilmente nelle ultime stagioni (25 reti in campionato nel 2017, 26 gol nel 2018 concluso pochi mesi fa). La forza di Cristiano Ronaldo è stata invece dirompente in Champions League, dove ha segnato 15 reti l’anno scorso, 12 due anni fa, 16 tre anni fa. Chi si aspettava 40 o 50 gol in serie A evidentemente si sbagliava di grosso, anche perché quando inizierà la Champions il pluri-pallone d’oro non sarà certo sempre in campo nelle partite di Serie A.

L’importante è che la Juventus sia a punteggio pieno: ha vinto tre partite su tre, con l’importante contributo di Cristiano Ronaldo che ha sempre giocato bene, ha sfiorato più volte il gol, ha messo in porta i compagni di squadra con assist e tocchi di grande prestigio, e ha sbattuto contro le difese italiane più organizzate e solide sia dal punto di vista tattico che tecnico rispetto a quelle spagnole (quanti Sorrentino ci sono nei “Chievo” della Liga?).

Nessun problema, quindi, per il primo gol di Cristiano Ronaldo con la maglia della Juventus: arriverà. Il vero problema sarebbe stato se in queste tre partite la Juve avesse visto segnare più volte Ronaldo senza riuscire a ottenere la vittoria. E’ evidente anche che le prestazioni della squadra di Allegri non sono mai state brillanti in queste prime tre uscite stagionali, ma sappiamo bene come Allegri non faccia mai del gioco una sua arma vincente: riesce ad essere concreto e pragmatico grazie all’incredibile superiorità tecnica dei calciatori che ha la fortuna di allenare, e in un modo o nell’altro vince le partite di forza e carattere pur con schemi confusi e un’identità di gioco ancora poco chiara. Il ritorno di Bonucci, l’addio di Higuain, l’arrivo di Cancelo ed Erme Can hanno rivoluzionato la squadra che l’anno scorso aveva vinto il 7° scudetto consecutivo, e Cr7 deve trovare la sua collocazione ideale in un modulo che per vincere ancora ha necessariamente bisogno delle sue giocate. E il problema non è certo di Ronaldo, ma proprio di Allegri: tocca a lui trovare le giuste e ideali soluzioni.
Higuain e il Milan, più luci che ombre

Higuain con la maglia del Milan ha giocato ancora soltanto due partite, per il rinvio della prima giornata dopo i tristi fatti di Genova. Il “Pipita” non ha trovato la via del gol, ma ha affrontato due tra le squadre più difficili della Serie A: Napoli e Roma. Nonostante questo, il Milan ha realizzato 4 reti e il reparto offensivo ha funzionato bene. Straordinario l’assist di Higuain per Cutrone, risultato decisivo per la vittoria in extremis contro la Roma. Anche per Higuain, come per CR7, il rinviato appuntamento con il gol non si può considerare un problema.

E’ stato molto peggio il digiuno di lunghi periodi nelle ultime due stagioni con la Juve, dove non è mai riuscito ad esplodere e diventare travolgente. Dopotutto anche sul “Pipita” è questione di aspettative: una sola volta in carriera ha segnato tantissimo, con il Napoli di Sarri nel 2016 (36 reti in Serie A). Con la Juve negli ultimi due anni, pur giocando praticamente sempre, s’è fermato la prima stagione a 24 reti, la seconda addirittura a 16. Anche nei primi due anni a Napoli s’era fermato rispettivamente a 17 e 18 reti. E prima, nel Real Madrid, aveva segnato nella Liga 22 gol nel 2009, 27 nel 2010, appena 10 nel 2011, poi ancora 22 nel 2012 e 16 nel 2013.

Adesso con la maglia rossonera ha la chance di diventare nuovamente leader, prendere in mano la squadra e trascinarla in Italia e in Europa a suon di reti. E’ anche per lui un nuovo ambiente, un nuovo allenatore, nuovi compagni ma a differenza di Cristiano Ronaldo conosce già molto bene la Serie A ed è in una squadra certamente ambiziosa ma con una rosa meno ampia e qualitativa rispetto a quella bianconera, quindi sarà più semplice ritagliarsi il proprio spazio da leader con la complicità del ritrovato amico Pepe Reina. Nelle prime due partite contro Napoli e Roma s’è già visto quanto questo Milan sarà competitivo in campionato, nel segno del Pipita.
Icardi e l’Inter, un problema molto più profondo del gol…

Anche Icardi dopo tre partite è ancora a secco: ieri a Bologna non ha giocato e l’Inter (guarda caso) ha vinto la prima partita stagionale dopo l’esordio shock con la sconfitta di Sassuolo e il deludente pareggio interno contro il Torino. Per Icardi è la stagione della verità: giocherà per la prima volta in Champions League, e in campionato è chiamato a confermarsi dopo i 29 gol dello scorso anno, in una squadra più competitiva che cercherà di fare quell’attesissimo salto di qualità. Fin qui ha segnato tanto giocando da singolo in una squadra di secondo livello, (nella migliore delle ipotesi è arrivata 4ª nel 2016 e nel 2018, poi 7ª nel 2017, 8ª nel 2018, 5ª nel 2014) che con il mercato di quest’anno tenta di alzare l’asticella. Il vero problema di Icardi non saranno i gol, ma sarà la squadra: dovrà mettersi al servizio dei compagni e dell’allenatore, non l’ha mai fatto a pieno. Altrimenti finirà più volte in panchina: quest’anno c’è anche (per la prima volta) un po’ di concorrenza.