Mancini l’ha voluto con sé perché sa quanto vale e cosa può dare alla Nazionale, nonostante la giovane età. E’ considerato dagli addetti ai lavori tra i migliori prospetti nel suo ruolo, non solo a livello italiano. Nicolò Barella ha scalato presto le gerarchie del nostro calcio. Classe 1997, è un centrocampista di lotta e di governo, come si diceva una volta, uno che sa alternare spada e fioretto. Preferisce il ruolo di interno, ma si è disimpegnato discretamente anche da mediano nel centrocampo a rombo del suo Cagliari. Sulla trequarti, invece, ha riscontrato qualche difficoltà. Ha un solo difetto, che lo limita in qualche occasione: l’eccessiva foga che gli costa qualche giallo di troppo. E’ stato premiato per due anni di fila – 2012 e 2013 – come miglior centrocampista italiano tra i ’97.
Il suo esordio tra i grandi risale al gennaio 2015 quando, non ancora maggiorenne, scese in campo in un Parma-Cagliari di Coppa Italia. Qualche mese più tardi, il debutto in Serie A, sempre contro i ducali. La stagione 2016/2017 è stata quella dell’affermazione tra i grandi: approfittando degli infortuni di alcuni compagni di reparto si è gradualmente conquistato la fiducia di Rastelli, riuscendo a totalizzare 28 presenze. Lo scorso campionato, invece, è stato quello della definitiva consacrazione: i 6 gol messi a segno da Nicolò rappresentano un ottimo bottino per una mezzala, ma non meno importante deve essere stato per lui battere il record di capitano più giovane della storia dei sardi. Ha confessato di aver ricevuto delle offerte invitanti durante il mercato estivo, declinate perché pensa di dover completare la sua maturazione a Cagliari. Presto, però, la Sardegna gli starà stretta. Le big del nostro campionato hanno messo gli occhi su di lui.