Cassano ‘chiama’ la Sampdoria poi svela un clamoroso retroscena su Mazzarri e parla della… Reggina

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Nelle ultime settimane Antonio Cassano ha annunciato l’addio al calcio giocato, adesso Fantantonio si prepara a tornare protagonista, ecco le dichiarazioni dell’ex calciatore al Secolo XIX: “Mi piacerebbe restare nel calcio, sì. E mi piacerebbe farlo in prima linea, area tecnica, osservatore, come direttore sportivo”. Questa l’aspirazione di Cassano, magari proprio nella ‘sua’ Sampdoria: “Adesso mi godo la famiglia, vado a correre, gioco tennis a calcetto con gli amici. Posso anche concedermi una cena in più. Il futuro? Al prossimo corso a Coverciano mi iscrivo di nuovo e stavolta partecipo. Poi chiaramente dopo devo trovare qualcuno che abbia fiducia in me. Se lo farei nella Sampdoria? Assolutamente sì. Ferrero è un presidente molto sveglio come piace a me, che sa muoversi. Romei mi ricorda molto Galliani, competenza calcistica e manageriale“.

Cassano Juventus
Foto LaPresse – Tano Pecoraro

E pensare che Cassano è stato ad un passo dal Genoa: “Il tempo ha aggiustato tutto. Parliamoci chiaro, non ho mai negato che la Sampdoria sia stata la squadra, la società che mi ha cambiato la vita. Innanzitutto perché mi ha fatto conoscere Carolina. E poi perché arrivavo da quel periodaccio nel Real Madrid. Sarei dovuto andare al Genoa, anzi con il presidente Preziosi l’accordo era già fatto. Poi, lo ricordo benissimo, il 17 agosto mi trovavo in vacanza in un villaggio vicino a Palermo, a Pollina. Ricevo la telefonata del mio ex procuratore e mi dice ‘guarda c’è anche la Samp che ti vuole’. A quel punto dovevo scegliere e ho scelto la Samp. Il percorso professionale mi ha portato a vestire la maglia di altre società, ma ho fatto di tutto per ritornare. E adesso, a bocce ferme, posso anche dire che alla Sampdoria, e un po’ anche al Parma, ho fatto vedere il mio calcio migliore”.

Foto LaPresse – Tano Pecoraro

Antonio ha raccontato anche una delle sue “cassanate” più incredibili, relativa ad una lite con il tecnico doriano Mazzarri: “Mattina di Samp- Cagliari (aprile 2009), ritiro. Mazzarri porta sul terrazzo Padalino e Ziegler per parlargli della partita, con la sigaretta in bocca. Io dalla sala della colazione gli dico ‘basta fumare’. Lui mi sente, reagisce e mi risponde male. Mi salta il tappo, mi alzo per affrontarlo ma la porta a vetri è bloccata. Mi trattengono. Prima decido di non giocare, di rientrare a casa. Poi cambio idea ‘gioco ma vado subito allo stadio’. Erano le 11, partita alle 15. Chiamo mio cugino, arriva con la sua Uno e mi porta al Ferraris. Sono venuti con me anche il team manager Ajazzone, il ds Asmini e il mio preparatore Tibaudi. Arriviamo al Ferraris dopo un quarto d’ora, mi sdraio su un lettino e mi addormento. Mazzarri Intanto in hotel fa la riunione tecnica, sulla lavagna la formazione, 10 uomini e una ‘x’, ‘ho litigato con Cassano, non so se sarà allo stadio’. Mi hanno svegliato per il riscaldamento, ho giocato: due assist a Marilungo e un gol“.

“Nel 1999 ad esempio, quando io ho esordito tra i professionisti, nella Reggina che lottava per salvarsi c’era gente come Pirlo, Cozza e Baronio. Che cosa è cambiato da allora? C’è un periodo per tutto. A quei tempi il calcio italiano era fatto di tanti numeri 10, Baggio, Totti, Del Piero, io, e tanti bravi difensori. Nel 2006 abbiamo vinto un Mondiale giocando con palla lunga su Toni. Adesso impera il guardiolismo, ma di Guardiola ce n’è uno nel mondo. E nel calcio italiano poca qualità adatta a quella filosofia. Quando dico che il livello della A è modesto non voglio essere snob, è un mio pensiero parametrato ai miei tempi. Se Icardi fosse stato all’Inter si sarebbe trovato davanti Ronaldo e Vieri, avrebbe giocato?”. 

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