GENOA, FRODE SPORTIVA– Sembra praticamente certo che la società di Enrico Preziosi dovrà difendersi dall’accusa di frode sportiva come già abbiamo scritto ieri a più riprese su CalcioWeb. Ma cosa è successo? Sarebbe stata avviata un’inchiesta da parte della magistratura polacca sul passaggio di Petar Brlek dal Wisla Cracovia al Genoa nell’estate del 2017. La contestazione nei confronti della società genoana è di frode sportiva per assegni scoperti per 800 mila euro. Situazione difficile e pesante per la società, la quale deve dimostrare che tutto è avvenuto con regolarità. E’ opportuno ricordare che la società guidata da Enrico Preziosi non è nuova a queste accuse.
Già nel 2005 il Genoa fu accusato di un illecito sportivo per aver “comprato” l’ultima partita del campionato di B contro il Venezia, già retrocesso. Poco dopo la fine del campionato, due magistrati, fornirono alle autorità della giustizia sportiva del materiale utile ad istruire un processo sportivo riguardante quella partita. Il 14 giugno i carabinieri fermarono nei pressi di Cogliate, vicino lo stabilimento della Giochi Preziosi, un’auto su cui viaggiava Giuseppe Pagliara, dirigente del Venezia. Durante la perquisizione, in una valigetta venne rinvenuta un modulo di contratto di vendita intestato al Genoa che riguardava Rubén Maldonado e 250.000 euro in contanti: i Carabinieri chiesero a Pagliara il perché di tutti quei soldi, e Pagliara rispose di essere un dirigente del Venezia e di avere appena venduto al Genoa il giocatore. Nel successivo processo sportivo, il Genoa venne retrocesso in Serie C con 3 punti di penalizzazione. Preziosi venne inibito per 5 anni. Oggi, un nuovo caso e nuove accuse.
