Una carriera sempre al massimo, Riccardo Cucchi presenta ‘Radiogol’ Trentacinque anni di calcio minuto per minuto, importante evento presso la Città di Reggio Calabria dove è stato presentato il libro, popolare radiocronista è stato protagonista di un evento storico-politico, sono stati raccontanti aneddoti, retroscena e curiosità sui Trentacinque anni di carriera trascorsi nella squadra di ‘Tutto il calcio minuto per minuto”, la più longeva trasmissione della radio italiana. Emozioni, gioie e delusioni, c’è veramente tutto nel racconto di Cucchi, dagli eventi più importanti, alle partite meno belle che però hanno regalato ugualmente grosse emozioni. Il mondo del calcio è cambiato molto negli ultimi anni ma continua a regalare sempre le solite emozioni.

Ecco l’intervento ricco di grande emozione di Riccardo Cucchi nel raccontare il periodo di Tutto il calcio minuto per minuto: “siamo stati una squadra, il nostro lavorare insieme ci ha fatto diventare amici (il riferimento è a Tonino Raffa). La preparazione in questo mestiere deve essere alta, il segreto è rubare qualcosa dagli altri, solo con il tempo e con l’esperienza si può arrivare ad un alto livello. Ho avuto la fortuna di commentare una finale mondiale e di urlare ‘Campioni del Mondo’, ho deciso di riportare tutto su carta con l’obiettivo di continuare ad emozionare. Non si tratta di un’autobiografia ma di tanti racconti, di aneddoti e momenti di vita vissuti. E’ una storia d’amore, la mia con la radio”.

La finale di Berlino del 2006 e la vittoria dell’Italia ai Mondiali, prima la semifinale contro la Germania e poi la finale contro la Francia: “l’emozione che mi coinvolgeva era altissima, non ho rispettato alcune regole della radiocronaca, ho urlato tantissimo. Noi eravamo quelli brutti, sporchi e cattivi, eravamo quelli di Calciopoli, quelli dello scandalo. Molti calciatori erano della Juventus ed erano già a conoscenza di dover giocare nella stagione successiva in Serie B. Quell’urlo al gol di Grosso mi fa un pò vergognare ma era impossibile non coinvolgersi, non ho dormito per tante ore”.

“E’ molto strano sentire le nostre voci e guardare le immagini, il difetto della radio (quella dell’essenza delle immagini) rappresenta anche un privilegio, dobbiamo essere in grado di raccontare ciò che stiamo vedendo. Ma i veri protagonisti siete stati voi ascoltatori che avete usato l’immaginazione. Non condivido chi fa scelte di radiovisione, la radio non può avere immagini, si rischia di non fare una buona radio ed una buona televisione. La radio non è vecchia, continua ad essere il mezzo di informazione più attendibile, ha questa forza perché gioca sulla parola. La radio ci aiuta, adesso c’è la truffa della doppia piattaforma. Con DAZN il 50% non riesce a vedere le partite”.
Inter-Empoli, l’ultima radiocronaca di Cucchi: “saluto straordinario da San Siro, è arrivato un omaggio dalla Curva Nord, indimenticabile, qualche giorno prima era stato esposto uno striscione contro Icardi e Wanda Nara, è straordinario come una curva possa ricordarsi di un giornalista. Tutto questo è stato possibile grazie alla passione, quella che noi raccontiamo è la passione. Il calcio è un romanzo che si racconta domenica dopo domenica, non è una questione di affari. Questo è un mestiere molto difficile perché la radiocronaca non si scrive, si racconta. Il segreto del radiocronista? Raccontare dov’è la palla, così permetti agli ascoltatori di immaginare l’azione”.