Alla scoperta del portiere del futuro, il pararigori Alessandro Plizzari: “non continuate con questa storia…”

Alessandro Plizzari, si candida ad essere sempre più protagonista nel futuro, l'intervista con il pararigori della Nazionale Under 20

CalcioWeb

Alla scoperta del portiere del futuro: Plizzari. L’estremo difensore sta trascinando l’Italia Under 20 con grandi prestazioni, già due infatti i calci di rigore parati, attesa grande attesa per la semifinale contro l’Ucraina. Il portiere si racconta in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, interessanti indicazioni.

«Non continuate con questa storia del pararigori, dai», risponde quasi arrossendo.

Beh, Alessandro, finché continua a pararli tutti…

«Merito dei preparatori. Poi ci vuole anche fortuna, eh».

Vuole dire che è più colpa di chi calcia che merito di chi para?

«Di una cosa sono sicuro: il rigore perfetto non si para. Anche se non ne ho mai tirato uno, io».

Eppure voleva fare l’attaccante da piccolo…

«Ero troppo scarso. Mio papà Ezio mi ha convinto a fare il portiere regalandomi i primi guanti per Santa Lucia. Erano quelli con le stecche: se sbagliavi a mettere le mani sulla palla ti diventavano le dita viola».

Un po’ di dolore, ma ne è valsa la pena, anche se Plizzari si riserva sempre un piano B, vero?

«L’università, ma con molta calma. E poi ho cugini cuochi e camerieri. Magari un giorno mettiamo su un bel ristorante tutti insieme».

Sarà, ma per ora ai fornelli c’è sempre mamma…

«Siamo tornati a vivere vicini. La mamma non si batte. Io al limite posso cuocere la pasta con il ragù già pronto (ride, ndr)».

Avere un grande chef accanto aiuta. Funziona anche in porta: a Milanello ha Donnarumma e Reina da cui imparare.

«Due top. Gigio però è inimitabile, ha una fisicità che lo rende unico».

Le sue parate al Mondiale stanno dividendo il tifo rossonero: non è che quasi quasi è meglio fare cassa con Donnarumma e dare fiducia a questo Plizzari?

«Chiaro che voglio giocare. Nell’anno alla Ternana sono cresciuto stando sul campo. Dopo il Mondiale ci penserò su…».

Intanto il suo amicone Bellanova ha già lasciato il Milan…

«Mi spiace, ci conosciamo da quando avevamo cinque anni, abbiamo fatto le vacanze insieme ed è il mio socio a carte. Non vinciamo mai, manco qui in Polonia…».

Ha detto Polonia e allora torniamo in cucina. Ha avuto modo di assaggiare i pieroghi?

«Mi dicono ci mettano una montagna d’aglio. Mi tengo i tortelli cremaschi…».

Li teniamo fuori dal menù. Nel futuro ristorante di Alessandro i cani saranno ammessi?

«Certo che sì. Ghost e Maya (i suoi due halmstaff, ndr) fanno parte della famiglia, chi se li scorda?».

A proposito di ricordi. Quanto resta nella mente del Plizzari portiere un errore?

«Sul momento devi essere forte. Ma a fine partita rivedo tutto e sono super critico con me stesso. Mi arrabbio, non lo nego».

Immagini come si può essere sentito Karius dopo la finale di Champions del 2017…

«Non ne voglio neanche parlare. Quando vedo un collega fare una papera, soffro con lui».

Per fortuna del suo Mondiale si ricordano solo le grandi parate. La sua preferita?

«Quella che farò oggi». Nella hall dell’hotel sfilano i giocatori dell’Ucraina. Avversario avvisato…

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