Bologna, Sabatini a 360°: “Con Mihajlovic volevo sfidare il mondo. Ce la farà”. Sul mercato e su Icardi…

Intervista de "La Gazzetta dello Sport" a Walter Sabatini, coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montreal. Si parla di Mihajlovic e non solo

CalcioWeb

Walter Sabatini ha lavorato sodo in questi primi giorni da coordinatore dell’area tecnica del Bologna, portando diversi colpi importanti. Poi la notizia della leucemia di Mihajlovic che ha sconvolto l’ambiente: “Ho notato una cosa profonda, come in una famiglia. La gente: quando arriva qui, da noi, chi c’era e chi è nuovo, ha voglia di abbracciarsi. Che simbolicamente è come abbracciare Sinisa. Del Bologna ho capito tutto: mi fece godere nel ‘64, era l’antagonista incredibile di tutte le big metropolitane. Un esempio per il domani. Per capirlo ancora di più ho letto Pasolini, nato qui: le sue immagini da calciatore erano in maglia rossoblu. Rispetto infantile in un animo tormentato. I bolognesi? La sera dopo la conferenza di Sinisa, lui ha avuto la forza di andare a cena in collina. C’era un banchetto di 200 persone vicino: nessuna di loro si è avvicinata per dire qualcosa. Non so se i bolognesi sono snob o straordinariamente educati. Propendo per la seconda”.

Sabatini prosegue ancora su Mihajlovic: “Cosa avrei voglia di fare dopo quella notizia tragica? Sinisa lo sa: la cosa che mi lascia, per ora, un rammarico è che avrei voluto con Sinisa sfidare il mondo da subito, in maniera irriverente. Ora serve tempo, dobbiamo frenare solo un po’. Lui ce la farà. Sì, resilienza è la parola-chiave. Un football club. Con quella il Bologna si è tirato fuori trionfalmente in 4 mesi. E c’è tanto Sinisa là. E in tutto ciò che è oggi e servirà per il domani. C’è coesione, sensibilità, familiarità. Ho avuto a che fare spesso anch’io con la resilienza. E mai ho fatto patti col Diavolo. Solo con me stesso, e forse perché io stesso sono il Diavolo. Sono stato a contatto con l’aldilà: come dicevano i medici sono stato morto due volte in quei 40 giorni di coma. Ero a contatto con una realtà sovrannaturale. Ma l’ho contestata. Mi facevo sentire. Negoziavo anche con Dio. Con educazione ma anche con furore. Mi sentivo pronto per il Paradiso. Non mi ha dato le chiavi”.

Il mercato del Bologna è già a buon punto: “Stiamo facendo una bella squadra. Se poi le integrazioni saranno fortunate allora non vedo motivo per il quale il Bologna non dovrebbe fare un campionato ottimo. Ho grandi speranze. Io resto nella mia bolla di gioia, sperando che la cosa di Sinisa sia veloce. Skov Olsen? Operazione, come altre, di Bigon e Di Vaio. Io sono il fruitore finale. Sono arrivato in corsa: mandavo dei messaggi e loro mi dicevano che quei giocatori erano già stati… aggrediti. Gran lavoro. Se Andreas l’amletico arriva è segnale di quel che qui, a Bologna, si può fare e che pesantemente ha avuto più… peso di altri. Abbiamo fatto cose importanti ma altre ne dobbiamo fare. Per il panico dell’amministratore delegato Fenucci che appena gli dico che bisogna spendere… Manca anche un vice-Dijks? Non si fanno squadre forti con i vice, però anche lì. Dominguez in mezzo al campo? Ha una clausola attaccabile, ma ci sono altre opzioni. Timore di perdere Pulgar? No e nemmeno abbiamo sentore. Santander? I cinesi hanno offerto 10 milioni: cifra non congrua. Ora forse c’è qualche interesse in Inghilterra. Il sostituto sarà Gabbiadini? Sono un suo estimatore, vediamo. A onor del vero Sinisa ci ha chiesto di non spendere sulla punta perché conta su Destro e per investirli sul centrocampista. Sono sorpreso di alcune reazioni di Mattia: non è stato mai così aperto intellettualmente. Prima era spigoloso. Davanti al nome Sinisa ha pianto: vuol dire che Mihajlovic gli è entrato davvero dentro al cuore”.

Sulla possibile sorpresa del Bologna: “Credo che Tomiyasu sarà quello che ci stupirà di più: può fare il terzo di destra o il quarto, oltre a essere centrale puro. Denswil? Esce bene con la palla, piede gentile, usa anche il destro e si trova bene con Dijks perché hanno stessa estrazione nell’idioma e nel percorso. Se tutti i calciatori saranno in grado di dare un 20% in più di un campionato fa, la squadra sarà competitiva in ogni caso”.

Infine si parla di Juventus, Icardi, Roma e un sogno nel cassetto: “Se la Juve sarà ancora la numero uno? In Europa, da subito. Ora ha la struttura da… è la volta buona. In ambito nazionale nemmeno discuterne. La Roma senza Totti e De Rossi? È come se a Roma togliessero il centro storico. Guardi: arrivo a dire che senza loro è anche una Roma possibile, i giocatori passano. Ma la Roma senza presidente è imperdonabile. Se avessi Icardi? Troverei un fidanzato a Wanda cosicché si allontani un po’ da Mauro, ragazzo magnifico, padre amorevole. Chi prenderei a Bologna se avessi tanti soldi? Neymar. Voglio che la gente si diverta: il calcio è meraviglia”.

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